2009-10-24 15:35:57

L'Africa raccontata in "Octava Dies", settimanale del Centro Televisivo Vaticano, di sabato 10 ottobre


Da Octava Dies, settimanale del Centro Televisivo Vaticano, di sabato 10 ottobre: RealAudioMP3

L'EDITORIALE di FEDERICO LOMBARDI
Direttore Centro Televisivo Vaticano
Dignità dell’Africa
“L’Africa è stata accusata per troppo tempo dai media di tutto ciò che viene aborrito dall’umanità; è tempo di ‘cambiare marcia’ e di dire la verità sull’Africa con amore, promuovendo lo sviluppo del continente, che porterà al benessere di tutto il mondo…Si spera che la ricerca della riconciliazione, la giustizia e la pace, che è eminentemente cristiana per il fatto di essere radicata nell’amore e nella misericordia, ristabilisca l’unità della Chiesa-famiglia di Dio nel continente e che quest’ultima, in quanto sale della terra e luce del mondo, guarisca ‘il cuore ferito dell’uomo, in cui si annida la causa di tutto ciò che destabilizza il continente africano’. In tal modo il continente e le sue isole comprenderanno le opportunità e i doni dati loro da Dio”.
Così il cardinale Turkson ha espresso in sintesi la speranza che anima il Sinodo per l’Africa in corso a Roma. Un’assemblea veramente africana e universale insieme, che darà certamente un contributo formidabile per riaffermare e presentare alla Chiesa universale e al mondo la dignità dell’Africa, troppo spesso dimenticata. Dignità umana, culturale, spirituale, religiosa, cristiana.
Il Patriarca etiopico ha affermato che l’Etiopia fu la seconda nazione a credere in Cristo, fin dai tempi apostolici. Il messaggio di Cristo non è un retaggio coloniale, si è inserito fin dall’inizio nelle culture africane ed è capace di scendere fino al loro cuore, per guarirlo e renderle feconde di vita per l’intera famiglia umana. Dobbiamo imparare a dire tutta la verità sull’Africa, nel rispetto e nell’amore.

PATRIARCA PAOLOS
Martedì i lavori del sinodo si sono aperti con l’intervento del Patriarca della Chiesa Ortodossa di Etiopia, Abuna Paulos, cui è seguito il saluto di Benedetto XVI. L’ospite ha ricordato le piaghe dell’Africa, segnata da sfruttamento, pandemie e carestie, e ha lanciato un appello in difesa dei bambini. Il Papa ha richiamato la testimonianza della Chiesa etiope, che continua a proclamare il Vangelo, nonostante le persecuzioni e il sacrificio dei martiri. “La proclamazione del Vangelo non può essere separata dall’impegno a costruire una società conforme al volere di Dio – ha precisato – e che protegga la dignità e l’innocenza dei bambini”. “In Cristo – ha concluso – sappiamo che la riconciliazione è possibile, la giustizia può prevalere, la pace può essere duratura”.

Riviviamo la celebrazione di apertura della seconda Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa, e riascoltiamo alcune delle parole di Benedetto XVI nel primo giorno di lavori in aula, nella cronaca di Barbara Castelli.

La pace di Dio per l’Africa
di Barbara Castelli
L’Africa, con le sue ferite e il suo inestimabile bagaglio spirituale, ha fatto il suo ingresso in Vaticano. Alla presenza di migliaia di persone, domenica scorsa, Benedetto XVI ha inaugurato la seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo”. A quindici anni dall’incontro convocato da Giovanni Paolo II, questo si pone così come “una nuova significativa tappa di verifica e di rilancio” per il vasto Continente.

BENEDETTO XVI
La vocazione della Chiesa, comunità di persone riconciliate con Dio e tra di loro, è quella di essere profezia e fermento di riconciliazione tra i vari gruppi etnici, linguistici ed anche religiosi, all’interno delle singole nazioni e in tutto il continente.

Il Papa, seguendo i temi offerti dalla liturgia domenicale, ha tracciato le linee guida dell’assise, alla quale partecipano 244 padri sinodali, 29 esperti, 49 uditori e 3 invitati speciali. Anzitutto, “il primato di Dio, Creatore e Signore”; “il matrimonio” e, infine, “i bambini”.

BENEDETTO XVI
“Quando si parla di tesori dell’Africa, il pensiero va subito alle risorse di cui è ricco il suo territorio e che purtroppo sono diventate e talora continuano ad essere motivo di sfruttamento, di conflitti e di corruzione. Invece la Parola di Dio ci fa guardare a un altro patrimonio: quello spirituale e culturale, di cui l’umanità ha bisogno ancor più che delle materie prime”.

L’Africa rappresenta, dunque, “un immenso polmone spirituale” per l’umanità, che oggi “appare in crisi di fede e di speranza”. Un polmone, tuttavia, che può ammalarsi. Il Pontefice ha pensato, in particolare, a “due pericolose patologie” che “lo stanno intaccando”: il “materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista”; e “il fondamentalismo religioso, mischiato con interessi politici ed economici”.

BENEDETTO XVI
“Per diventare luce del mondo e sale della terra occorre puntare sempre più alla “misura alta” della vita cristiana, cioè alla santità”.

Una santità che si esprime prima di tutto nel riconoscere in Dio la sorgente della vita, che “si manifesta nell’unione tra l’uomo e la donna e nella nascita dei figli”. “Il matrimonio – ha precisato Benedetto XVI, nel corso dell’omelia – non esiste al di fuori della relazione con Dio”. Infine, un pensiero ai bambini, che costituiscono “una parte grande e purtroppo sofferente della popolazione africana”.

BENEDETTO XVI
“La Chiesa non vede in essi primariamente dei destinatari di assistenza, meno che mai di pietismo o di strumentalizzazione, ma delle persone a pieno titolo, che con il loro stesso modo di essere mostrano la via maestra per entrare nel regno di Dio, quella cioè di affidarsi senza condizione al suo amore”.

I lavori del sinodo hanno preso il via lunedì, con la meditazione introduttiva del Papa alla prima congregazione generale. Benedetto XVI, in particolare, ha ribadito come la chiusura verso Dio sia oggi causa di ingiustizie, di corruzione, di cuori non retti. Un animo che non sia ispirato dall’amore divino non potrà mai tendere la mano al prossimo, essere lievito di riconciliazione. Occorre, quindi, ha detto il Pontefice, “aprire realmente i confini tra tribù, etnie, religioni all’universalità dell’amore di Dio, nei nostri luoghi di vita”. Benedetto XVI ha, infine, chiarito quanto il Signore sia alla portata di tutti.

BENEDETTO XVI
“Le cose della scienza, della tecnica costano grandi investimenti, avventure spirituali e materiali, sono costose e difficili. Ma Dio si dà ‘gratis’. Le più grandi cose della vita - Dio, l’amore, la verità - sono gratuite e direi che su questo dovremmo spesso meditare: su questa gratuità di Dio”.

UDIENZA GENERALE
Mercoledì, durante l’udienza generale, il Papa si è soffermato sulla figura di san Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio, e patrono dei farmacisti, nella ricorrenza dei 400 anni dalla morte. Una “luminosa figura di sacerdote”, che a metà del XVI secolo fece di Cristo il centro assoluto della sua opera apostolica, contrastando con i valori del Vangelo la scissione tra fede e ragione che in quel periodo iniziava a delinearsi. “E’ di Cristo – ha precisato il Pontefice ai 40 mila fedeli riuniti in piazza san Pietro – che l’umanità ha estremo bisogno, perché Lui è la nostra ‘misura’. Non c’è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza; non c’è male che non trovi in Lui rimedio, non c’è problema che in Lui non si risolva”. Nel giorno della festa liturgica della Vergine del Rosario, Benedetto XVI ha, infine, affidato alla Madre Celeste i lavori del Sinodo dei Vescovi per l’Africa.

I lavori del sinodo per l’Africa sono entrati nel vivo con la relazione generale del cardinal Turkson. Ecco come l’arcivescovo ghanese ha sintetizzato con i giornalisti alcuni temi del suo intervento, e la testimonianza dal Madagascar dell’arcivescovo Razanakolona, nel servizio di Luca Collodi.

Fermare l’odio in Africa
di Luca Collodi
La Chiesa che è in Africa, con le sue luci e le sue ombre, è di nuovo nel cuore della Chiesa cattolica. Nelle prima giornata di lavori, il segretario generale del Sinodo, l’arcivescovo Nikola Eterovic, nella sua introduzione ha sottolineato il “gran dinamismo” della Chiesa africana con i cattolici passati dai 55 milioni del 1978 ai 164 milioni di fedeli del 2008. Anche le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata hanno avuto “una notevole crescita”, mentre dagli anni novanta “521 missionari sono stati uccisi per la fede”. Il relatore generale, il cardinale Peter Turkson, ha auspicato che la Chiesa in Africa sia sale della terra, ovvero preservi il continente dall’odio e si consumi per la vita del suo popolo.

card. Peter Kodwo Appiah Turkson,
arcivescovo di Cape Coast (Ghana) (in inglese)
In tutto il mondo la gente vive delle sfide per la propria vocazione cristiana. In Africa, in particolare, anche se il fenomeno non è diffuso, i vescovi vogliono che i preti prendano sul serio la propria vocazione per poter vivere la vita da celibe con tutti gli elementi della testimonianza che questa condizione comporta. Il celibato non è qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi. Ogni tanto ci sono preti che lottano per rispettare questa condizione e vorremmo che in questo anno sacerdotale tutti possano fare ogni sforzo per vivere seriamente e autenticamente la chiamata al celibato, sia come laici, sia come religiosi.

Proprio attraverso la semplicità del loro stile di vita, segno visibile della donazione a Cristo e alla sua Chiesa – hanno sottolineato il porporato nella sua relazione –sacerdoti e religiosi possono rendere testimonianza delle “meraviglie che Dio opera nella fragile realtà umana”.

card. Peter Kodwo Appiah Turkson,
arcivescovo di Cape Coast (Ghana) (inglese)
Recentemente ho avuto la possibilità di parlare del cristianesimo teorico, cioè del modo in cui la fede ci viene presentata tramite il catechismo. Insegniamo qualche lezione formale, poi arriva il prete che interroga il candidato che riesce a dare risposte, pronto per ricevere il battesimo. Ciò produce molti cristiani teorici.

Ma è dalla formazione culturale che deve passare la rinascita del Continente. E l’università è la via per favorire, in Africa, lo sviluppo di una nuova classe dirigente.

mons. Odon Marie Arsène Razanakolona,
arcivescovo di Antananarivo (Madagascar) (in francese)
In Africa ci sono nazioni molto giovani, i ragazzi crescono e hanno modi diversi di concepire questioni come la governance e i problemi della società. E’ necessario considerare che questa gioventù può cambiare il modo consueto di affrontare la politica in Africa. E’ quello che ho visto nel Paese, ed è necessario tenerne conto, in quanto si tratta di una marea umana che avanza, con le proprie inesperienze ma anche con una forza che le consente di divenire una maggioranza in grado di imporre soluzioni che noi adulti non abbiamo attualmente neanche in mente. Ritengo sia necessario considerare l’educazione soprattutto alla luce del tipo di gioventù da educare, cui metteremo in mano la responsabilità dei nostri Paesi e della Chiesa in Africa.







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