L'Africa raccontata in "Octava Dies", settimanale del Centro Televisivo Vaticano,
di sabato 10 ottobre
Da Octava Dies, settimanale del Centro Televisivo Vaticano, di sabato 10 ottobre:
L'EDITORIALE
di FEDERICO LOMBARDI Direttore Centro Televisivo Vaticano Dignità dell’Africa “L’Africa
è stata accusata per troppo tempo dai media di tutto ciò che viene aborrito dall’umanità;
è tempo di ‘cambiare marcia’ e di dire la verità sull’Africa con amore, promuovendo
lo sviluppo del continente, che porterà al benessere di tutto il mondo…Si spera che
la ricerca della riconciliazione, la giustizia e la pace, che è eminentemente cristiana
per il fatto di essere radicata nell’amore e nella misericordia, ristabilisca l’unità
della Chiesa-famiglia di Dio nel continente e che quest’ultima, in quanto sale della
terra e luce del mondo, guarisca ‘il cuore ferito dell’uomo, in cui si annida la causa
di tutto ciò che destabilizza il continente africano’. In tal modo il continente e
le sue isole comprenderanno le opportunità e i doni dati loro da Dio”. Così il
cardinale Turkson ha espresso in sintesi la speranza che anima il Sinodo per l’Africa
in corso a Roma. Un’assemblea veramente africana e universale insieme, che darà certamente
un contributo formidabile per riaffermare e presentare alla Chiesa universale e al
mondo la dignità dell’Africa, troppo spesso dimenticata. Dignità umana, culturale,
spirituale, religiosa, cristiana. Il Patriarca etiopico ha affermato che l’Etiopia
fu la seconda nazione a credere in Cristo, fin dai tempi apostolici. Il messaggio
di Cristo non è un retaggio coloniale, si è inserito fin dall’inizio nelle culture
africane ed è capace di scendere fino al loro cuore, per guarirlo e renderle feconde
di vita per l’intera famiglia umana. Dobbiamo imparare a dire tutta la verità sull’Africa,
nel rispetto e nell’amore.
PATRIARCA PAOLOS Martedì i lavori del
sinodo si sono aperti con l’intervento del Patriarca della Chiesa Ortodossa di Etiopia,
Abuna Paulos, cui è seguito il saluto di Benedetto XVI. L’ospite ha ricordato le piaghe
dell’Africa, segnata da sfruttamento, pandemie e carestie, e ha lanciato un appello
in difesa dei bambini. Il Papa ha richiamato la testimonianza della Chiesa etiope,
che continua a proclamare il Vangelo, nonostante le persecuzioni e il sacrificio dei
martiri. “La proclamazione del Vangelo non può essere separata dall’impegno a costruire
una società conforme al volere di Dio – ha precisato – e che protegga la dignità e
l’innocenza dei bambini”. “In Cristo – ha concluso – sappiamo che la riconciliazione
è possibile, la giustizia può prevalere, la pace può essere duratura”.
Riviviamo
la celebrazione di apertura della seconda Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi
per l’Africa, e riascoltiamo alcune delle parole di Benedetto XVI nel primo giorno
di lavori in aula, nella cronaca di Barbara Castelli.
La pace di Dio per
l’Africa di Barbara Castelli L’Africa, con le sue ferite e il suo inestimabile
bagaglio spirituale, ha fatto il suo ingresso in Vaticano. Alla presenza di migliaia
di persone, domenica scorsa, Benedetto XVI ha inaugurato la seconda Assemblea Speciale
per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “La Chiesa in Africa a servizio della
riconciliazione, della giustizia e della pace. Voi siete il sale della terra… voi
siete la luce del mondo”. A quindici anni dall’incontro convocato da Giovanni Paolo
II, questo si pone così come “una nuova significativa tappa di verifica e di rilancio”
per il vasto Continente.
BENEDETTO XVI La vocazione della Chiesa,
comunità di persone riconciliate con Dio e tra di loro, è quella di essere profezia
e fermento di riconciliazione tra i vari gruppi etnici, linguistici ed anche religiosi,
all’interno delle singole nazioni e in tutto il continente.
Il Papa, seguendo
i temi offerti dalla liturgia domenicale, ha tracciato le linee guida dell’assise,
alla quale partecipano 244 padri sinodali, 29 esperti, 49 uditori e 3 invitati speciali.
Anzitutto, “il primato di Dio, Creatore e Signore”; “il matrimonio” e, infine, “i
bambini”.
BENEDETTO XVI “Quando si parla di tesori dell’Africa,
il pensiero va subito alle risorse di cui è ricco il suo territorio e che purtroppo
sono diventate e talora continuano ad essere motivo di sfruttamento, di conflitti
e di corruzione. Invece la Parola di Dio ci fa guardare a un altro patrimonio: quello
spirituale e culturale, di cui l’umanità ha bisogno ancor più che delle materie prime”.
L’Africa
rappresenta, dunque, “un immenso polmone spirituale” per l’umanità, che oggi “appare
in crisi di fede e di speranza”. Un polmone, tuttavia, che può ammalarsi. Il Pontefice
ha pensato, in particolare, a “due pericolose patologie” che “lo stanno intaccando”:
il “materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista”; e “il
fondamentalismo religioso, mischiato con interessi politici ed economici”.
BENEDETTO
XVI “Per diventare luce del mondo e sale della terra occorre puntare sempre
più alla “misura alta” della vita cristiana, cioè alla santità”.
Una santità
che si esprime prima di tutto nel riconoscere in Dio la sorgente della vita, che “si
manifesta nell’unione tra l’uomo e la donna e nella nascita dei figli”. “Il matrimonio
– ha precisato Benedetto XVI, nel corso dell’omelia – non esiste al di fuori della
relazione con Dio”. Infine, un pensiero ai bambini, che costituiscono “una parte grande
e purtroppo sofferente della popolazione africana”.
BENEDETTO XVI “La
Chiesa non vede in essi primariamente dei destinatari di assistenza, meno che mai
di pietismo o di strumentalizzazione, ma delle persone a pieno titolo, che con il
loro stesso modo di essere mostrano la via maestra per entrare nel regno di Dio, quella
cioè di affidarsi senza condizione al suo amore”.
I lavori del sinodo hanno
preso il via lunedì, con la meditazione introduttiva del Papa alla prima congregazione
generale. Benedetto XVI, in particolare, ha ribadito come la chiusura verso Dio sia
oggi causa di ingiustizie, di corruzione, di cuori non retti. Un animo che non sia
ispirato dall’amore divino non potrà mai tendere la mano al prossimo, essere lievito
di riconciliazione. Occorre, quindi, ha detto il Pontefice, “aprire realmente i confini
tra tribù, etnie, religioni all’universalità dell’amore di Dio, nei nostri luoghi
di vita”. Benedetto XVI ha, infine, chiarito quanto il Signore sia alla portata di
tutti.
BENEDETTO XVI “Le cose della scienza, della tecnica costano
grandi investimenti, avventure spirituali e materiali, sono costose e difficili. Ma
Dio si dà ‘gratis’. Le più grandi cose della vita - Dio, l’amore, la verità - sono
gratuite e direi che su questo dovremmo spesso meditare: su questa gratuità di Dio”.
UDIENZA
GENERALE Mercoledì, durante l’udienza generale, il Papa si è soffermato sulla figura
di san Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio, e patrono
dei farmacisti, nella ricorrenza dei 400 anni dalla morte. Una “luminosa figura di
sacerdote”, che a metà del XVI secolo fece di Cristo il centro assoluto della sua
opera apostolica, contrastando con i valori del Vangelo la scissione tra fede e ragione
che in quel periodo iniziava a delinearsi. “E’ di Cristo – ha precisato il Pontefice
ai 40 mila fedeli riuniti in piazza san Pietro – che l’umanità ha estremo bisogno,
perché Lui è la nostra ‘misura’. Non c’è ambiente che non possa essere toccato dalla
sua forza; non c’è male che non trovi in Lui rimedio, non c’è problema che in Lui
non si risolva”. Nel giorno della festa liturgica della Vergine del Rosario, Benedetto
XVI ha, infine, affidato alla Madre Celeste i lavori del Sinodo dei Vescovi per l’Africa.
I lavori del sinodo per l’Africa sono entrati nel vivo con la relazione generale
del cardinal Turkson. Ecco come l’arcivescovo ghanese ha sintetizzato con i giornalisti
alcuni temi del suo intervento, e la testimonianza dal Madagascar dell’arcivescovo
Razanakolona, nel servizio di Luca Collodi.
Fermare l’odio in Africa di
Luca Collodi La Chiesa che è in Africa, con le sue luci e le sue ombre, è di nuovo
nel cuore della Chiesa cattolica. Nelle prima giornata di lavori, il segretario generale
del Sinodo, l’arcivescovo Nikola Eterovic, nella sua introduzione ha sottolineato
il “gran dinamismo” della Chiesa africana con i cattolici passati dai 55 milioni del
1978 ai 164 milioni di fedeli del 2008. Anche le vocazioni al sacerdozio e alla vita
consacrata hanno avuto “una notevole crescita”, mentre dagli anni novanta “521 missionari
sono stati uccisi per la fede”. Il relatore generale, il cardinale Peter Turkson,
ha auspicato che la Chiesa in Africa sia sale della terra, ovvero preservi il continente
dall’odio e si consumi per la vita del suo popolo.
card. Peter Kodwo Appiah
Turkson, arcivescovo di Cape Coast (Ghana) (in inglese) In tutto il mondo
la gente vive delle sfide per la propria vocazione cristiana. In Africa, in particolare,
anche se il fenomeno non è diffuso, i vescovi vogliono che i preti prendano sul serio
la propria vocazione per poter vivere la vita da celibe con tutti gli elementi della
testimonianza che questa condizione comporta. Il celibato non è qualcosa da nascondere
o di cui vergognarsi. Ogni tanto ci sono preti che lottano per rispettare questa condizione
e vorremmo che in questo anno sacerdotale tutti possano fare ogni sforzo per vivere
seriamente e autenticamente la chiamata al celibato, sia come laici, sia come religiosi.
Proprio attraverso la semplicità del loro stile di vita, segno visibile della
donazione a Cristo e alla sua Chiesa – hanno sottolineato il porporato nella sua relazione
–sacerdoti e religiosi possono rendere testimonianza delle “meraviglie che Dio opera
nella fragile realtà umana”.
card. Peter Kodwo Appiah Turkson, arcivescovo
di Cape Coast (Ghana) (inglese) Recentemente ho avuto la possibilità di parlare
del cristianesimo teorico, cioè del modo in cui la fede ci viene presentata tramite
il catechismo. Insegniamo qualche lezione formale, poi arriva il prete che interroga
il candidato che riesce a dare risposte, pronto per ricevere il battesimo. Ciò produce
molti cristiani teorici.
Ma è dalla formazione culturale che deve passare
la rinascita del Continente. E l’università è la via per favorire, in Africa, lo sviluppo
di una nuova classe dirigente.
mons. Odon Marie Arsène Razanakolona,
arcivescovo di Antananarivo (Madagascar) (in francese) In Africa ci sono nazioni
molto giovani, i ragazzi crescono e hanno modi diversi di concepire questioni come
la governance e i problemi della società. E’ necessario considerare che questa gioventù
può cambiare il modo consueto di affrontare la politica in Africa. E’ quello che ho
visto nel Paese, ed è necessario tenerne conto, in quanto si tratta di una marea umana
che avanza, con le proprie inesperienze ma anche con una forza che le consente di
divenire una maggioranza in grado di imporre soluzioni che noi adulti non abbiamo
attualmente neanche in mente. Ritengo sia necessario considerare l’educazione soprattutto
alla luce del tipo di gioventù da educare, cui metteremo in mano la responsabilità
dei nostri Paesi e della Chiesa in Africa.