Discreto successo al Festival Internazionale del Film di Roma
Si è svolta ieri sera all’Auditorium la cerimonia di Premiazione dei vincitori del
Festival Internazionale del Film di Roma che si chiude, dopo nove intensi giorni di
cinema, con discreto successo e buoni risultati di pubblico. Verdetto inaspettato
della Giuria presieduta dal regista Milos Forman che riconosce vincitori film decisamente
originali e che chiedono una doverosa riflessione. Il servizio di Luca Pellegrini.
Centoduemila
biglietti emessi e 10.400 alunni delle scuole laziali e della capitale coinvolte dal
Festival per avvicinare il cinema come strumento non solo di intrattenimento, ma di
riflessione e dibattito: un’ottima tendenza per una manifestazione che vuole prima
di tutto inserirsi nella vita della città rivolgendosi di preferenza al pubblico e
agli appassionati di ogni età. Sono stati 85 i film programmati nelle sezioni ufficiali
provenienti da 43 nazioni del mondo, quindi una buona copertura geografica e culturale
e soprattutto un numero equo, anche se non sempre la qualità è rimasta invariata su
punte di eccellenza: alcuni titoli sono stati decisamente di grande interesse, altri
meno, creando così giornate festivaliere seguite con alterna attenzione, anche dagli
addetti ai lavori. Le sale, però, è un buon dato, sono state occupate al 92%. Quanto
ai premi, ecco un verdetto abbastanza provocatorio. Il Marc’Aurelio d’Oro per il miglior
film è andato al danese Fratellanza di Nicolò Donato - che ha subito trovato la Lucky
Red pronta a distribuirlo nelle sale italiane - nel quale la storia di una passione
tra due giovani neonazisti si contrappone all’ideologia violenta e intollerante che
anima il loro gruppo di appartenenza. Le conseguenze saranno drammatiche. Opera decisamente
difficile, dura, spigolosa e che aprirà dibattiti, si spera almeno positivi per il
bene della società. Miglior attore Sergio Castellitto per Alza la testa di Alessandro
Angelini: splendida prova nel quale interpreta un padre difficile che perde un figlio
e si troverà ad affrontare, dopo il trapianto del cuore, una novità sconvolgente.
Anche se si tratta di un film non perfettamente riuscito, sarà possibile trarre da
questa storia altrettanto dura qualche interessante spunto di riflessione sui comportamenti
familiari e il disagio sociale che investe le famiglie e le situazioni cosiddette
“di frontiera”. Ancora una volta viene confermata Helen Mirren come la regina del
cinema europeo, vincendo per il film The Last Station di Michael Hoffman sugli ultimi
mesi di vita di Tolstoj: un incoraggiamento affinché questa preziosa biografia cinematografica
possa così trovare anch’essa una distribuzione italiana. Gran premio della Giuria
Marc’Aurelio d’Argento a L’uomo che verrà di Sergio Diritti, che vince anche il riconoscimento
assegnatogli dal pubblico: verdetto più che mai corretto, trattandosi certamente di
uno dei film più belli del concorso. Debitrice dello spirito austero e puro che ha
contraddistinto il grande cinema di Olmi, l’opera seconda del regista emiliano Giorgio
Diritti si impone per la forza e l’originalità con la quale affronta la spaventosa
strage di Marzabotto compiuta dalle truppe naziste sul finire del settembre 1944 investendo
le comunità contadine residenti alle pendici di Monte Sole in Emilia. Sono gli occhi
di una bambina sordomuta che captano i segni di una violenza incombente e poi la subiscono,
insieme ai 770 che furono orrendamente massacrati. Stile terso, narrazione compatta
che pone nelle scene finali la piccola chiesa come ultimo, drammatico rifugio, mentre
fuori impazza la follia e scorre il sangue. Le date del prossimo quinto Festival Internazionale
del Film di Roma sono già da inserire in agenda: dal 29 ottobre al 6 novembre 2010.