Nuova catena di attentati in Pakistan: decine di morti
Triplice attentato, questa mattina, in Pakistan. Una base dell’aviazione militare
è stata attaccata da un kamikaze a Kamra, causando la morte di almeno sette persone.
Un ristorante, invece, è stato distrutto da un’autobomba a Peshawar; una ventina le
persone ferite, mentre 18 civili hanno perso la vita quando l'autobus su cui viaggiavano
è esploso passando su una mina nell'area di Mohmand, nel nord-ovest del Paese. La
cronaca, nel servizio di Salvatore Sabatino:
Il Pakistan
vive l’ennesima giornata sotto attacco; l’ennesima giornata di guerriglia di matrice
talebana che colpisce in maniera indiscriminata. Una chiara risposta alle operazioni
militari condotte dal governo nel nord-ovest del Paese al confine con l’Afghanistan,
per stanare i talebani che negli ultimi mesi hanno occupato decine di centri abitati.
A Peshawar, in un primo momento, si era parlato di una forte deflagrazione nel quartiere
abitato dagli statunitensi; solo succesivamente si è saputo che un’autobomba si era
diretta contro un famoso ristorante. Più chiara, invece, la dinamica dell’attacco
di Kamra, dove un kamikaze si è fatto esplodere all’ingresso della base dell’aviazione
militare, nel tentativo di entrarvi. Elemento, questo, da non sottovalutare, visto
che la struttura – secondo i media locali – sarebbe legata al programma nucleare del
Paese islamico. Oltre ad ospitare gli aerei che trasportano le testate nucleari e,
secondo indiscrezioni, le testate stesse, ci sarebbe anche un centro di ricerca per
le attività atomiche. Più drammatico, invece, il bilancio dell’ultimo attacco, avvenuto
poco fa a Mohmand, nel Nord-ovest del Paese, dove un autobus è saltato in aria su
una mina piazzata sul ciglio di una strada. Tutte le vittime erano invitate ad un
matrimonio. Ancora una volta, dunque, sono i civili a pagare il prezzo più alto in
una guerra senza esclusione di colpi. Afghanistan Nessuna
decisione sull’invio di rinforzi in Afghanistan prima che il governo di Kabul sia
legittimato dal ballottaggio e che gli Stati Uniti elaborino la loro strategia militare.
È questa la linea emersa nella riunione dei ministri della Difesa Nato, tenutasi stamani
a Bratislava, in Slovenia. Molti esponenti dell’Alleanza ritengono, quindi, che ogni
scelta sarà rinviata alla riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri della Nato,
prevista a Bruxelles agli inizi di dicembre. A parte il recente annuncio della Gran
Bretagna sull'invio di 500 nuovi uomini, per ora le disponibilità degli altri Paesi
membri è limitata al mantenimento delle truppe. Intanto sul terreno si segnala l’ennesima
vittima tra gli uomini del contingente Isaf: un soldato di nazionalità ancora non
precisata è morto per l'esplosione di un ordigno artigianale nel sud del Paese.
Nucleare
iraniano Mosca ha accettato la proposta dell’Agenzia internazionale per l’energia
atomica in base alla quale l’uranio iraniano destinato ad usi civili verrà arricchito
sul territorio russo. La bozza dell'accordo è stata valutata positivamente anche da
Francia e Stati Uniti. Sale quindi l’attesa nella comunità internazionale per la risposta
di Teheran. Il servizio di Marco Guerra: La
“proposta di accordo'' elaborata dall’Aiea per l'arricchimento all'estero di parte
dell'uranio iraniano incassa il sì del ministro degli Esteri russo Lavrov. Il pacchetto
prevede che l’Iran consegni fino al 75% delle sue riserve di uranio a Paesi terzi,
in particolare Russia e Francia. Qui l’uranio verrebbe arricchito fino a circa il
20% per essere poi restituito a Teheran che lo utilizzerà in un reattore di ricerca
medica controllato dall’Aiea. La bozza dell’accordo era stata sottoposta mercoledì
a Iran, Stati Uniti, Francia e Russia, perché fosse approvato entro oggi. Parigi in
mattinata ha confermato l’assenso già espresso nei giorni scorsi, la stessa cosa farà
Washington nel pomeriggio. Le attenzioni sono quindi tutte rivolte al governo della
Repubblica islamica, ma non è ancora chiaro se la risposta sarà fornita direttamente
all'Agenzia di Vienna. Tuttavia, l’Iran ha già più volte espresso il suo scetticismo
sulle ipotesi di accordo trapelate nei giorni scorsi. Solo ieri poi Teheran ha smentito
seccamente la notizia diffusa dal quotidiano "Haaretz" di un primo incontro interlocutorio
tra autorità israeliane ed iraniane per discutere di un Medio Oriente privo di armi
nucleari. Somalia All’indomani dei violenti scontri avvenuti
a Mogadiscio tra le truppe della missione "Amisom" dell’Unione Africana e i ribelli
integralisti somali, costati la vita ad oltre 30 persone, il gruppo radicale Al Shabaab
ha annunciato un attacco alle capitali di Uganda e Burundi. Gli Shabaab accusano i
peacekeeper dei due Paesi africani della responsabilità della strage dovuta ai bombardamenti
su alcuni mercati della capitale somala. Le minacce di portare il conflitto fuori
dalla Somalia erano state rivolte nei giorni scorsi anche al Kenya, che secondo un
rapporto di Human Rights Watch partecipa al reclutamento di giovani somali
profughi sul proprio territorio per inviarli come miliziani a combattere gli integralisti
islamici che tentano di rovesciare il debole governo di transizione appoggiato dalla
comunità internazionale.
Darfur Sta bene l’operatore francese della
Croce Rossa Internazionale rapito ieri in Darfur. La rassicurazione è arrivata dal
ministero per gli Affari Umanitari sudanese. Il cooperante, da cinque anni al seguito
dell’organizzazione e da 15 mesi presente nella regione africana, è stato sequestrato
da uomini armati nei pressi della frontiera con il Ciad. Israele - Sharon Migliorano
le condizioni di salute dell’ex premier israeliano Ariel Sharon, in coma dal 2006
in seguito a un’emorragia cerebrale. Secondo il suo ex consigliere personale sarebbe
uscito dalla fase grave del coma avviandosi verso il risveglio. La notizia è stata
smentita dai medici che lo hanno in cura, i quali hanno precisato che Sharon si trova
in uno stato vegetativo persistente. Trattato Lisbona La
Repubblica Ceca sempre più vicina alla ratifica del Trattato di Lisbona. Il presidente
ceco Klaus ha accettato una proposta da parte della presidenza di turno svedese, "che
risponde alla rivendicazioni di Praga riguardo la ratifica del Trattato di Lisbona".
Il capo di Stato ceco è rimasto l’ultimo, tra i Paesi membri dell’Ue, a non aver ancora
ratificato il testo.
Italia: è morto il prof. Giuliano Vassalli È
morto a Roma, all’età di 94 anni, il prof. Giuliano Vassalli, già ministro di Grazia
e Giustizia e presidente della Corte Costituzionale. La morte è avvenuta il 21 ottobre
e la notizia è stata diffusa, per espressa volontà della famiglia, solo ad esequie
avvenute. A Vassalli è legata una delle principali riforme del Codice penale italiano
approvata nel 1988. Cordoglio è stato espresso da tutto il mondo politico e dal presidente
della Repubblica, Napolitano. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 296 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.