Grecia: per Msf condizioni inaccettabili nei centri per immigrati
Da due mesi Medici Senza Frontiere (Msf) è tornata a fornire supporto psicologico
e sociale agli immigrati irregolari e ai richiedenti asilo detenuti a Pagani, nell’isola
di Lesbo, in Grecia. Nel settembre 2008 l’organizzazione umanitaria aveva sospeso
le attività nel centro per l’impossibilità di assistere liberamente i pazienti. Per
chi vive nel centro di detenzione – si legge nel comunicato di Medici Senza Frontiere
- la realtà quotidiana è fatta di ristrettezze estreme, povertà e incertezza per il
futuro. Nelle ultime settimane la popolazione reclusa ha intensificato le azioni di
protesta contro le condizioni sanitarie e di vita nel centro. A scontare le conseguenze
di questo clima di tensione, sono i soggetti più vulnerabili come donne, bambini,
adolescenti e le persone che hanno bisogno di cure mediche particolari. Molti hanno
vissuto esperienze traumatiche nel loro Paese d’origine ma anche durante il viaggio
che li ha condotti in Europa. Alcuni soffrono di stress post-traumatico, attacchi
di panico e angoscia. Queste condizioni di disagio psicologico vengono aggravate dallo
stato di detenzione e dalle condizioni igienico sanitarie del centro. Dall’inizio
del settembre 2009, Medici Senza Frontiere sta fornendo sostegno psicologico e sociale
agli immigrati trattenuti in altri due centri nel nord della Grecia, a Fylakio (Evros)
e Venna (Rodopi), dove sono al lavoro due psicologi e tre mediatori culturali. L’organizzazione
umanitaria si occupa inoltre di monitorare la situazione in questi centri di detenzione
e verificare che siano garantiti i bisogni essenziali della popolazione reclusa. (A.L.)