Giovani e migrazioni al centro della 12.ma assemblea dei vescovi dell'Africa occidentale
"Amate la cultura della vostra gente. Dopo gli studi tornate a casa e contribuite
allo sviluppo delle vostre nazioni". È l’appello lanciato ai giovani africani dalla
12.ma assemblea plenaria dei vescovi dell’Africa occidentale anglofona (Aecawa) -
che comprende i vescovi cattolici di Gambia, Sierra Leone, Liberia, Ghana e Nigeria
- conclusasi ieri a Banjul, in Gambia, sul fenomeno della “migrazione dei giovani
nell’Africa occidentale”. Un tema, questo, considerato particolarmente importante
oggi, nel momento in cui all’associazione anglofona si sta unendo la controparte francese,
per la formazione di una Conferenza Episcopale Regionale dell’Africa occidentale (Recowa),
che abbracci l’intera regione. “Sappiamo che l’immigrazione è un fenomeno universale,
che richiede dialogo e preghiera – scrivono i vescovi nel loro comunicato finale –
e siamo consapevoli che esistono vari tipi di migrazione". Da questa, infatti, possono
scaturire elementi positivi, che contribuiscono allo sviiluppo dell’esistenza umana,
a vari livelli. Ma la migrazione può avere anche conseguenze negative, come la criminalità,
l’allontanamento dalla famiglia, il traffico di esseri umani o la prostituzione. Il
tema della migrazione, quindi – proseguono i vescovi – richiede un’azione seria e
comune da parte dei governi dell’Africa Occidentale, della Chiesa e dei giovani stessi”.
“Come membri del nuovo Recowa – prosegue il comunicato - ci impegniamo a stimolare
sacerdoti e religiosi affinchè facciano emergere l'orgoglio dei nostri cittadini,
perché apprezzino ciò che hanno nel proprio Paese”. Tra i temi affrontati nel documento,
anche la disoccupazione giovanile in Africa. La Chiesa, in accordo con i governi –
raccomandano i vescovi - deve sradicare la disoccupazione e creare lavoro sia nelle
zone rurali che in quelle urbane, evitando così l’abbandono delle proprie terre da
parte dei giovani. La politica e la Chiesa dovrebbero creare programmi culturali,
educativi e sportivi per fare in modo che i giovani apprezzino il proprio bagaglio
culturale, e le tradizioni della regione dell’Africa Occidentale. "Sentiamo il bisogno
– sottolineano nel comunicato finale – di creare le condizioni economiche e politiche
che permettano alle nuove generazioni di seguire le proprie aspirazioni". Chiaro,
infine, il messaggio rivolto proprio ai giovani: dopo gli studi tornate nel vostro
Paese, non fuggite all’estero senza documenti o per vie clandestine, e soprattutto
non fatelo mai per ragioni sbagliate come la droga, la prostituzione, la criminalità.
(L.G.)