Nigeria: la Chiesa denuncia l’inefficacia dei programmi governativi per la lotta alla
povertà
Un responsabile della Commissione Giustizia, Sviluppo e Pace della Chiesa nigeriana
ha denunciato nei giorni scorsi la totale inefficacia delle riforme economiche messe
in atto dal governo per ridurre la povertà nel Paese. Più del 70% della popolazione
nigeriana vive sotto la soglia di povertà, ha dichiarato mons. Joe Nkamuke, coordinatore
aggiunto della Commissione episcopale. Parlando nel corso di una conferenza stampa
in occasione della Giornata mondiale di lotta alla povertà, il presule – riferisce
l’agenzia Apic - ha affermato che l’ultimo programma governativo ha addirittura accresciuto,
anziché ridurre la povertà. Le attuali statistiche – ha detto - mostrano che la mortalità
infantile, l’Aids, l’analfabetismo e la disoccupazione restano i “problemi chiave
della Nigeria”. Gli indicatori disponibili – ha aggiunto - mettono in risalto che
gli Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo fissati dall’Onu nel 2000 non saranno
raggiunti dalla Nigeria entro il 2015. Mons. Nkamuke ha chiamato in causa “il massiccio
saccheggio” delle finanze dello Stato da parte dei funzionari pubblici, i licenziamenti
di massa nell’amministrazione pubblica, le demolizioni e gli sgomberi forzati attuati
dal governo nei quartieri poveri di Lagos, Port-Harcout e Abuja, le vessazioni e gli
abusi quotidiani dei diritti dei cittadini da parte delle forze dell’ordine e la “notoria”
insensibilità della classe dirigente del Paese per la sorte dei cittadini comuni.
Il coordinatore della commissione Giustizia e Pace ha quindi sollecitato i nigeriani
a esercitare pressioni sui loro dirigenti perché aprano un dialogo costruttivo con
i cittadini per risolvere i problemi del Paese. (L.Z.)