I Padri sinodali incontrano il ministro degli Esteri Frattini
Una delegazione di Padri sinodali si è recata questa mattina nella sede del Ministero
degli Affari Esteri per un incontro con il titolare della Farnesina, Franco Frattini.
Un colloquio molto proficuo durante il quale sono emerse unità di intenti soprattutto
in tema di lotta allo sfruttamento e aiuto ai Paesi più poveri. Ha seguito per noi
i lavori Davide Dionisi:
Cooperazione
allo sviluppo, persecuzione anticristiane e lotta al traffico, di droga, di armi e
di esseri umani. Sono i temi principali affrontati questa mattina nel corso dell’incontro
tenutosi al Ministero degli Affari Esteri tra una delegazione dei Padri sinodali e
il ministro Franco Frattini. Si è parlato anche di riconciliazione, giustizia e pace
e nel corso del confronto con il titolare della Farnesina sono emerse diverse convergenze,
tra queste l’attuazione di politiche che mettano al centro l’essere umano evitando
che gli effetti negativi della globalizzazione colpiscano soprattutto i più deboli.
Il significato dell’incontro nelle parole del cardinale Francis Arinze,
presidente delegato del Sinodo per l’Africa:
“E’
stata una cosa molto positiva ciò che il governo italiano ha fatto, ciò che progetta
di fare, anche incoraggiando gli africani ad essere protagonisti del loro presente
e del loro futuro, apprezzando il valore dell’interdipendenza che quando è accettata
diventa solidarietà. Noi abbiamo aggiunto che ci sono aree dove il governo potrebbe
fare più attenzione agli africani che sono in maggior parte studenti perché durante
il loro soggiorno non siano obbligati a rinnovare i documenti ogni due anni. Anche
la questione dell’immigrazione: ogni Paese ha diritto di avere le proprie leggi ma
c’è tanta sofferenza, chi non muore nel deserto muore nel mar Mediterraneo. Occorre
poi promuovere lo sviluppo, così la tentazione di migrare sarà ridotta. Non si può
togliere a nessuno il diritto di cercare una sistemazione altrove per avere una vita
più degna”.
Il ministro Franco Frattini
ha risposto agli appelli della Chiesa africana spiegando l’impegno del
governo italiano contro le persecuzioni religiose e anticipando alcune proposte in
tema di immigrazione e di formazione. Ha quindi detto che è giunto il momento di una
presa di posizione forte e netta dell’Europa sul tema della libertà religiosa… R.
– Io credo che l’Unione Europea debba intanto affermare con forza la sua volontà politica
di agire nei confronti di tutti i governi dove si verificano questi episodi orribili
per richiamare la loro attenzione. In secondo luogo dovrebbe monitorare la situazione
della libertà religiosa dei cristiani in molte parti del mondo.
D.
– Durante l’incontro ha anticipato un’agenzia europea per i richiedenti asilo e per
i rifugiati…
R. - E’ un progetto che prevede un’agenzia
per l’esame secondo procedure comuni delle domande di asilo provenienti da richiedenti
non europei che arrivano in un qualsiasi Paese europeo: cioè, non ci sarà più quella
diversità di criteri che oggi c’è, dove ciascun Paese ha le sue regole di giudizio,
riconosce o non riconosce secondo criteri non omogenei, e coloro che saranno riconosciuti
avranno il diritto di libera circolazione dell’intero spazio europeo.
D.
– Ha parlato anche di coinvolgere direttamente le università cattoliche africane…
R.
– Sollecitiamo ai Paesi e alle università dell’Africa dei progetti per borse di studio
per corsi di formazione di giovani laureandi e laureati in modo che da queste università
cattoliche cresca una classe dirigente che l’Italia ha un interesse generale a sostenere
perché investire sull’Africa è investire sul futuro del mondo.