Colombia: i vescovi ribadiscono che l’aborto non è un diritto
“Le scuole cattoliche non possono essere costrette ad insegnare che l’aborto è un
diritto”. Così l’episcopato colombiano a proposito di una sentenza della Corte costituzionale
che, a margine di un suo verdetto in cui precisa i casi in cui è legale abortire,
stabilisce che il governo e più in generale le istituzioni educative, sono obbligate
a fornire informazioni e insegnamenti sull’interruzione della gravidanza. Il segretario
della Conferenza episcopale della Colombia, mons. Juan Vicente Córdoba Villota, vescovo
ausiliare di Bucaramanga, parlando ieri anche a nome dei rabbini per loro espressa
richiesta, ha affermato: “Rifiutiamo categoricamente questo verdetto. Nessuno ci può
chiedere di insegnare che l’aborto è un diritto in quanto sia noi cristiani che i
rabbini, riteniamo che invece sia una delitto”. Il presule nell’incontro con i giornalisti
ha precisato che non si tratta di creare alcun conflitto con la Corte poiché, in definitiva,
la posizione della Chiesa non è altro che la sua conosciuta posizione in difesa della
vita e al tempo stesso l’espressione di un’obiezione di coscienza, principi consacrati
nella Carta Costituzionale. E’ un nostro dovere, ha osservato mons. Córdoba Villota,
insegnare ai bambini e ai giovani che la vita è sacra e che nel difenderla ciascuno
può avvalersi se necessario dell’obiezione di coscienza. La Corte costituzionale,
nel suo verdetto T-388 che accompagna quello in cui si ribadiscono i soli tre casi
in cui l’aborto è stato depenalizzato (gravidanza frutto di una violenza, pericolo
di morte per la madre e gravi malformazioni del concepito), rileva che il governo
è tenuto a diffondere in tutti i centri scolastici ad ogni livello, il contenuto delle
disposizioni legali che depenalizzano l’interruzione della gravidanza. La Corte inoltre
rinnova la richiesta a tutte le istituzioni sanitarie del Paese affinché abbiano il
personale specializzato per praticare l’aborto nel caso in cui sia richiesto con la
dovuta autorizzazione giuridica. La sentenza della Corte si è resa necessaria dopo
il rifiuto della richiesta di aborto da parte di una donna della città di Santa Marta
che aveva i requisiti legali; sia i giudici che i medici che hanno seguito la paziente,
hanno opposto l’obiezione di coscienza. (L.B.)