Usa: alla plenaria dei vescovi prevista l’approvazione di un documento sul matrimonio
Alla loro prossima sessione autunnale a Baltimora, dal 16 al 19 novembre, i vescovi
degli Stati Uniti dovranno approvare un importante documento pastorale sul matrimonio.
La lettera, di 57 pagine, è intitolata “Il matrimonio: vita e amore nel disegno divino”
e si inserisce nell’ambito della cosiddetta Iniziativa Pastorale Nazionale per il
Matrimonio lanciata dalla Conferenza episcopale nel 2004. Essa è rivolta innanzitutto
ai cattolici, a cominciare da chi opera nella catechesi, nella pastorale e nell’apostolato,
ma è aperta a tutte le persone di buona volontà. L’obiettivo è di riaffermare gli
insegnamenti della Chiesa sul matrimonio contro l’idea oggi in voga che esso sia “un
affare privato” finalizzato esclusivamente alla soddisfazione dell’individuo. Nel
documento – riferisce l’agenzia Cns - vengono elencate quattro gravi sfide che “minacciano
oggi la natura e lo scopo del matrimonio”. La prima è la diffusione della contraccezione
per il controllo delle nascite: anche se molte coppie non vi vedono nulla di male
- evidenziano i vescovi - in realtà essa ha “molte conseguenze negative sia per l’individuo
che per la società”. L’unione tra un uomo e una donna diventa, infatti, “un mezzo
per gratificare qualsiasi desiderio individuale risultandone sminuito l’amore coniugale”.
La capacità di procreare viene così “disumanizzata e ridotta a una sorta di biotecnologia
gestita alla stregua di una qualsiasi altra tecnologia”. In alternativa alla contraccezione
artificiale la Chiesa propone invece i metodi naturali di pianificazione familiare
che – afferma il testo – hanno il pregio di promuovere un “atteggiamento di rispetto
e quella autentica intimità che solo questo rispetto può portare”. Anche le tecnologie
riproduttive - sottolineano ancora i presuli che dedicheranno all’argomento un documento
specifico - degradano il valore della vita umana riducendola a un prodotto: “I figli
sono visti sempre meno come doni ricevuti in una comunione di persone che si donano
e sempre più come una scelta di vita, un bene di consumo al quale tutti i consumatori
hanno diritto”. Le altre minacce all’istituto matrimoniale – prosegue il testo – derivano
dai divorzi facili e dalle convivenze. A pagarne le conseguenze sono in primo luogo
i figli che, come del resto confermano tutte le ricerche, hanno bisogno di stabilità
per una crescita equilibrata. “Il matrimonio – insiste il documento – non è un’istituzione
privata, ma il fondamento della famiglia, dove i bambini apprendono i valori e le
virtù che faranno di loro dei buoni cristiani e dei buoni cittadini”. Particolarmente
duro il giudizio dei vescovi sulle convivenze: “Avere rapporti sessuali fuori dall’unione
matrimoniale è gravemente immorale, perché nel momento in cui si comunica fisicamente
il dono di sé non si è disposti o capaci di un impegno totale e permanente”. Un quarto
grave pericolo per l’istituto matrimoniale deriva, infine, da tutte quelle iniziative
rivolte alla legalizzazione delle unioni tra persone omosessuali. Esse, sottolinea
il testo, “minacciano il tessuto sociale”, colpendo la base stessa su cui poggia la
società e la cultura. La lettera pastorale - spiega in una nota il direttore esecutivo
del Segretariato dei vescovi per i laici, il matrimonio, la vita familiare e i giovani,
Richard McCord – sarà la premessa del lancio di diversi progetti di pastorale familiare
che si aggiungeranno alle numerose iniziative promosse con successo in questi anni,
soprattutto nell’ambito della comunicazione, per sensibilizzare l’opinione pubblica
su questo tema. (L.Z.)