Sri Lanka: il vescovo anglicano di Colombo chiede giustizia per i profughi tamil
Non dimenticare gli oltre 200mila rifugiati tamil che vivono nei campi profughi, operare
per la riconciliazione del Paese, “fare i conti con gli errori del passato” e collaborare
con tutte le confessioni religiose e le Chiese cristiane per “guarire” le ferite che
affliggono la società dello Sri Lanka. Sono queste le preoccupazione principali del
rev. Duleep de Chickera, vescovo anglicano di Colombo. Alla riunione annuale della
diocesi, iniziata il 16 ottobre, la sua voce si è alzata ancora una volta a chiedere
aiuto, libertà e uguaglianza per i rifugiati tamil. Il rev. de Chickera da tempo chiede
giustizia per le migliaia di persone che da mesi vivono nei campi profughi in condizioni
tragiche. L’incontro di clero e fedeli della diocesi di Colombo - riferisce l'agenzia
AsiaNews - ha dato occasione al reverendo per ricordare le 125 famiglie di cristiani
anglicani del Vanni relegate nei campi. “Non dobbiamo mai dimenticare che tutti coloro
che sono fuggiti nei campi sono cittadini dello Sri Lanka – ha ricordato de Chickera
- e che lo hanno fatto perché il governo gli ha invitati ad essere liberati”. Nel
Paese non si placano le polemiche sulle condizioni di vita dei campi profughi ed i
continui ritardi nel reinsediamento dei rifugiati nelle loro terre di origine. Il
prelato afferma che la liberazione promessa loro significa “uguali opportunità di
educazione, sviluppo e crescita”. Chiede che “essi non siano ostacolati o oppressi
da nessuna ideologia o potere che possa sfruttarli e sopprimerli di nuovo”. Per il
rev. de Chickera “la disfatta militare del Liberation Tigers of Tamil Eelam(Ltte)
non può rappresentare la soluzione della crisi nazionale”. Lo Sri Lanka ha bisogno
di essere “guarito” da ferite profonde che segnano la sua storia sin dal raggiungimento
dell’indipendenza. “Violenze inimmaginabili”, l’approfondirsi di divisioni etniche,
“costanti fenomeni di intimidazione e discriminazione, hanno generato una società
segnata dal sospetto e dall’antagonismo”. (R.P.)