Si celebra oggi la Giornata mondiale per la prevenzione dell'osteoporosi. Con noi,
il prof. Corsello
Nove donne su dieci affette da osteoporosi postmenopausale vivono con il terrore di
incorrere in una frattura: è quanto emerge dal capitolo italiano di un sondaggio internazionale
svolto in occasione dell’odierna Giornata Mondiale per la prevenzione dell’Osteoporosi.
Ma quali sono le caratteristiche di questa patologia? Eliana Astorri lo ha
chiesto al prof. Salvatore Corsello, docente di endocrinologia all’Università
Cattolica di Roma:
R. – L’osteoporosi
è una condizione di demineralizzazione dell’osso, cioè di perdita della massa ossea,
in altri termini la perdita di calcio dell’osso e questo dipende dal fatto che l’osso
è una struttura dinamica, è una struttura cioè in cui continuamente noi abbiamo un
riassorbimento di osso vecchio dovuto a delle cellule che si chiamano osteoclasti
e una contemporanea riapposizione, ricostituzione di osso nuovo da parte di cellule
che si chiamano osteoblasi. Se questo processo viene alterato e quindi se la fase
di distruzione è eccessiva rispetto alla componente di riapposizione di ricostituzione
dell’osso, allora l’osso si impoverisce di minerale, diventa più fragile e diventa
più esposto alle fratture. D. – Quali sono le cause di questo
processo? R. - La causa più importante è rappresentata dall’invecchiamento.
Con l’invecchiamento questa fase di distruzione tende naturalmente a eccedere rispetto
alla fase di ricostruzione dell’osso. Questo è legato al fatto che in ambedue i sessi
con l’invecchiamento abbiamo un ridotto assorbimento di calcio ma in più nella donna,
e questo è il motivo per cui la donna è più esposta all’osteoporosi. Dopo la menopausa,
la brusca caduta degli estrogeni riduce la possibilità di incorporare il calcio nell’osso.
Quindi, l’invecchiamento da un lato e la caduta brusca degli estrogeni nella donna
sono le cause più frequenti ma non esclusive di osteoporosi. D.
– Ci sono altri fattori di rischio? L’ereditarietà ad esempio, la familiarità o altri? R.
– Intanto l’ereditarietà, la componente genetica, ha un’importanza, tant’è vero che
noi abbiamo gemelli identici che hanno ambedue l’osteoporosi. Abbiamo dei soggetti
giovani che hanno l’osteoporosi e abbiamo casi familiari di osteoporosi. Per quanto
riguarda casi che insorgono in età non abituale, per esempio in età giovanile, in
realtà esistono osteoporosi secondarie ad altre malattie. D.
– Quindi si può manifestare davvero a qualsiasi età? R. – Sì,
per esempio c’è un’altra condizione che può essere il malassorbimento. I celiaci hanno
un malassorbimento generalizzato ma hanno anche un malassorbimento proteico e un ridotto
assorbimento di calcio. Pensiamo anche alle situazioni di malnutrizione e ovviamente
non bisogna solo pensare all’osteoporosi dei Paesi in via di sviluppo. Per esempio
ci sono disturbi del comportamento alimentare: le anoressiche sono predisposte all’osteoporosi
e questo avviene normalmente in età giovanile. Si tratta ovviamente non delle condizioni
più abituali ma sono delle condizioni che vanno comunque seguite ed eventualmente
trattate. D. – Si può bloccare ma non si può guarire l’osteoporosi… R
. – Si può bloccare e in altri termini i trattamenti servono in primo luogo ad evitare
la progressione dell’osteoporosi, in secondo luogo se il trattamento funziona si può
avere anche un certo grado di rimineralizzazione e questo ovviamente rappresenta il
risultato migliore ottenibile, che è quello che tutti ci auguriamo. (Montaggio
a cura di Maria Brigini)