Nella crisi globale priorità ai più poveri: lo chiede il Commissario Onu per i diritti
umani
“Gli Stati hanno il dovere di cooperare tra loro per eliminare gli ostacoli allo sviluppo”,
ha ammonito ieri il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay,
a margine della Giornata internazionale per la lotta alla povertà celebrata sabato
scorso. “L'attuale crisi finanziaria ed economica – ha detto la rappresentante dell’Onu
- è una minaccia per i diritti umani, ma anche un’opportunità per incentivare il diritto
allo sviluppo, istituendo strutture nazionali e internazionali più forti, e costruendo
un ordine economico internazionale che includa un progetto chiaro per sradicare la
povertà”. Se la crisi è stata “il risultato di mercati finanziari scarsamente regolamentati
e di altre distorsioni nelle economie globali'' – ha proseguito la Pillay – “la responsabilità
di affrontare i suoi effetti negativi, sulla vita dei membri più poveri della società
e sulla loro possibilità di godere dei diritti umani fondamentali, non deve limitarsi
a risposte al livello nazionale''. Pillay ha quindi auspicato che la lezione della
crisi economica globale sia colta per dare una nuova direzione alla ‘gestione’ di
un mondo sempre più interdipendente. ''I governi – ha aggiunto - possono, e devono,
rompere il ciclo della povertà per le generazioni future, garantendo fondi adeguati
per l'istruzione dei bimbi, la salute, l'alimentazione, gli altri servizi e l'assistenza
necessaria a garantire loro un normale tenore di vita. Dobbiamo fare in modo – ha
sottolineato ancora Pillay - che la situazione per i milioni di bambini poveri che
attualmente popolano questo pianeta, non si replichi di generazione in generazione
semplicemente perché una volta calmata la tempesta finanziaria, ricadiamo nell’errore
di affrontare il problema con leggerezza”. Secondo il commissario dell’Onu, solo attraverso
una crescita economica equa e condotta nel rispetto dei diritti dell’uomo e dei popoli
si potrà superare la crisi. “Un approccio alla crescita economica attento ai diritti
umani – ha osservato infine - farà in modo che i più poveri, uomini, donne e bambini,
invece di essere emarginati, saranno in grado di svolgere un ruolo attivo in tale
processo, dando un contributo significativo alla società”. (A cura di Roberta Gisotti)