Benedetto XVI all’udienza generale parla di San Bernardo: l'uomo trova Dio più con
la preghiera che con la ragione. Maria ci conduce a Gesù
La ragione non basta a risolvere questioni fondamentali su Dio, l’uomo e il mondo:
così il Papa stamane nella catechesi, all’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata
a San Bernardo Chiaravalle. Benedetto XVI ha inoltre ricordato il Sinodo per l’Africa
che sta per concludersi e l’importante ruolo della Chiesa in questo travagliato continente.
Circa 40mila i pellegrini presenti. Il servizio di Roberta Gisotti.
Il francese
San Bernardo, tra i grandi Dottori della Chiesa, che seppe raccogliere - nella seconda
metà del Medioevo – “la ricca eredità della dottrina patristica”, fondatore a 25 anni
del monastero di Clairvaux (Chiaravalle) e poi di altri monasteri femminili. Bernardo
operò un grande rinnovamento nella vita monastica del tempo - ha ricordato Benedetto
XVI - richiamando “con decisione la necessità di una vita sobria e misurata” e “raccomandando
il sostentamento e la cura dei poveri”; prese poi “le difese degli ebrei, condannando
i sempre più diffusi rigurgiti di antisemitismo”, e contrastò l’eresia dei Catari
che disprezzando la materia disprezzavano il Creatore. Dalle
sue numerose lettere, sermoni, sentenze e trattati Benedetto XVI ha tratto spunto
per richiamare “due aspetti centrali” del pensiero teologico di Bernardo, che riguardano
Gesù Cristo e sua madre Maria: “La fede è anzitutto incontro personale,
intimo con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia, del suo
amore, e solo così si impara a conoscerlo sempre di più, ad amarlo e seguirlo sempre
più. Che questo possa avvenire per ciascuno di noi!” “Insiste Bernardo
dinanzi ai complessi ragionamenti dialettici del suo tempo” che “solo Gesù è ‘miele
alla bocca, cantico all’orecchio, giubilo del cuore”, da qui il titolo di Doctor mellifluus. E,
Bernardo non ha dubbi che sia Maria a condurci a Gesù, tramite “la particolarissima
partecipazione della Madre al sacrificio del Figlio”, conquistando “un posto privilegiato”
“nell’economia della Salvezza”. Bernardo innamorato di Gesù e Maria provoca “ancora
oggi in maniera salutare – ha detto il Papa – non solo i teologi ma tutti i credenti”: “A
volte si pretende di risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull’uomo e sul mondo
con le sole forze della ragione”. Ammonisce infatti San Bernardo che
“senza una profonda fede in Dio” alimentata da preghiera e contemplazione ogni riflessione
sui misteri divini rischia di diventare “un vano esercizio intellettuale”, perdendo
di credibilità. “Insieme a Bernardo di Chiaravalle, anche
noi dobbiamo riconoscere che l’uomo cerca meglio e trova più facilmente Dio 'con la
preghiera che con la discussione'”. Infine l’invocazione
a Maria tratta da una “bella omelia” di Bernardo: “Nei pericoli,
nelle angustie, nelle incertezze, - egli dice - pensa a Maria, invoca Maria. Ella
non si parta mai dal tuo labbro, non si parta mai dal tuo cuore; e perché tu abbia
ad ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare mai l'esempio della sua vita”.
Nei
saluti ai fedeli Benedetto XVI, richiamando i lavori del Sinodo per l’Africa, ha sottolineato
l’importante ruolo della Chiesa in questo continente, che malgrado le difficoltà cresce
continuamente, e non solo propaga la fede ma porta aiuto ai popoli afflitti da povertà
e guerre. Poi ancora un indirizzo particolare ai Missionari
comboniani del Cuore di Gesù in occasione del loro Capitolo generale e ai religiosi
Servi della Carità – Opera Don Guanella in vista della festa del loro fondatore.
Un benvenuto infine alla delegazione del Patriarcato ortodosso di Bulgaria, con l’invio
di un fraterno saluto in patria al Patriarca Maxim.