2009-10-20 16:55:50

Intervento di Mons. Alfred Leonhard MALUMA, Vescovo di Njombe (TANZANIA)


S. E. R. Mons. Alfred Leonhard MALUMA, Vescovo di Njombe (TANZANIA)
Intervento consegnato per iscritto ma non pronunciato in Aula.

L’impegno a creare ricchezza per ridurre la povertà e la miseria e migliorare la qualità di vita delle popolazioni in Africa rappresenta una parte e una porzione dell’impegno portante di proclamare il Vangelo, volto a suscitare riconciliazione, giustizia e pace. Ciò implica la creazione e la gestione di imprese pubbliche e private guidate da imprenditori sostenuti da adeguati valori etici. Tali sforzi contribuiranno a trasformare il mondo, migliorando le condizioni di lavoro dei più deboli.
Mentre la Chiesa in Africa ha operato attivamente nella promozione dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, che sono parte della sua missione evangelizzatrice, non si è fatto molto riguardo a una pianificazione sistematica in termini di rafforzamento della sua sostenibilità economica e finanziaria. A motivo di questo squilibrio, un gran numero di programmi pastorali della Chiesa africana dipende ancora molto dai donatori. Il perdurare di questa tendenza perpetua il rischio di sacrificare la propria autonomia e proprietà nei programmi, progetti e strutture, a detrimento della Chiesa e dei beneficiari (Il 23).
Tra le condizioni che contribuiscono alla credibilità della testimonianza della Chiesa nel campo della riconciliazione, della giustizia e della pace, vi è la creazione di organismi e imprese finanziarie ed economiche che sostengano le attività pastorali della Chiesa. Per poter assolvere pienamente al proprio ruolo profetico, il pagamento di un giusto salario ai lavoratori va visto come fare giustizia ed essere giusti. Per questo motivo chiedo che la Chiesa in Africa prenda sul serio l’aspetto della sostenibilità finanziaria. In linea con la Populorum progressio, che promuove lo sviluppo integrale, la Chiesa deve essere presente nelle lotte contro ogni tipo di povertà umana. Se la Chiesa non diventa innovativa negli strumenti e nei modi di potenziare le basi, l’impegno di portare riconciliazione, giustizia e pace rimarrà inadeguato. Conformemente alla dottrina sociale della Chiesa, la Chiesa in Africa ha bisogno del coraggio di creare condizioni sociali che consentano alla popolazione di raggiungere quella pienezza conferitale da Dio.
Secondo la tradizione della dottrina sociale cattolica, che definisce il bene comune come la somma di tutte le condizioni sociali che consentono alle persone, sia in gruppo che individualmente, di raggiungere la propria realizzazione più pienamente e facilmente, per ottenere riconciliazione, giustizia e pace occorre che vengano create le giuste condizioni sociali per le persone e le società. Una base finanziaria sostenibile in Africa aprirà la via alla realizzazione umana non in termini di maggior guadagno per soddisfare desideri e bisogni, ma in termini di condurre una vita umana più piena, secondo la missione di Gesù che è venuto perché noi possiamo avere la vita e averla in abbondanza (cfr Gv 10, 10).
Vorrei sottolineare i seguenti punti:
1. È di importanza cruciale il coinvolgimento dei laici nella pianificazione, miglioramento e distribuzione di prodotti derivanti da imprese economiche sostenibili. Una vera appartenenza e il sostegno della famiglia di Dio (la Chiesa) significa anche attingere alla creatività dei laici e offrire loro la possibilità di assumere efficacemente il proprio ruolo ai diversi livelli di attività della Chiesa nel suo interno, compreso l’aspetto del benessere materiale.
2. Vigilanza: la sostenibilità economica deve rimanere un mezzo per un fine, uno strumento al servizio dell’evangelizzazione. Gesù ci mette in guardia, perché è difficile per un ricco entrare nel Regno di Dio (cfr Mc 10, 23). Nello stesso tempo occorre abbandonare la mentalità di rendere popolare quella povertà degradante che potrebbe rappresentare un ostacolo al raggiungimento della vita eterna. Dobbiamo evitare entrambi gli estremi. Qui le scritture ci sono di guida: Signore, non darmi né la povertà che porta alla vanagloria e all’arroganza, né la povertà che mi spinga a rubare (cfr Pro 30, 8-9). Le imprese economiche vanno condotte e temperate da valori umani e spirituali con una dimensione pastorale.
3. Una effettiva sostenibilità delle nostre imprese economiche dipenderà infine sull’efficienza e la buona gestione secondo la modalità del buon amministratore. In verità occorre che la Chiesa promuova la gestione manageriale, ma il segreto del successo sta nel sottolineare e coltivare valori umani autentici e profondamente spirituali. La soluzione è quella di fondare la sostenibilità sulle solide basi della fede.
4. Ascoltiamo ciò che ci dice il santo padre, Papa Benedetto XVI nella Caritas in veritate al n. 36.







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