Intervento di Mons. Alfred Leonhard MALUMA, Vescovo di Njombe (TANZANIA)
S. E. R. Mons. Alfred Leonhard MALUMA, Vescovo di Njombe (TANZANIA) Intervento
consegnato per iscritto ma non pronunciato in Aula.
L’impegno a creare ricchezza
per ridurre la povertà e la miseria e migliorare la qualità di vita delle popolazioni
in Africa rappresenta una parte e una porzione dell’impegno portante di proclamare
il Vangelo, volto a suscitare riconciliazione, giustizia e pace. Ciò implica la creazione
e la gestione di imprese pubbliche e private guidate da imprenditori sostenuti da
adeguati valori etici. Tali sforzi contribuiranno a trasformare il mondo, migliorando
le condizioni di lavoro dei più deboli. Mentre la Chiesa in Africa ha operato attivamente
nella promozione dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, che sono parte della
sua missione evangelizzatrice, non si è fatto molto riguardo a una pianificazione
sistematica in termini di rafforzamento della sua sostenibilità economica e finanziaria.
A motivo di questo squilibrio, un gran numero di programmi pastorali della Chiesa
africana dipende ancora molto dai donatori. Il perdurare di questa tendenza perpetua
il rischio di sacrificare la propria autonomia e proprietà nei programmi, progetti
e strutture, a detrimento della Chiesa e dei beneficiari (Il 23). Tra le condizioni
che contribuiscono alla credibilità della testimonianza della Chiesa nel campo della
riconciliazione, della giustizia e della pace, vi è la creazione di organismi e imprese
finanziarie ed economiche che sostengano le attività pastorali della Chiesa. Per poter
assolvere pienamente al proprio ruolo profetico, il pagamento di un giusto salario
ai lavoratori va visto come fare giustizia ed essere giusti. Per questo motivo chiedo
che la Chiesa in Africa prenda sul serio l’aspetto della sostenibilità finanziaria.
In linea con la Populorum progressio, che promuove lo sviluppo integrale, la Chiesa
deve essere presente nelle lotte contro ogni tipo di povertà umana. Se la Chiesa non
diventa innovativa negli strumenti e nei modi di potenziare le basi, l’impegno di
portare riconciliazione, giustizia e pace rimarrà inadeguato. Conformemente alla dottrina
sociale della Chiesa, la Chiesa in Africa ha bisogno del coraggio di creare condizioni
sociali che consentano alla popolazione di raggiungere quella pienezza conferitale
da Dio. Secondo la tradizione della dottrina sociale cattolica, che definisce il
bene comune come la somma di tutte le condizioni sociali che consentono alle persone,
sia in gruppo che individualmente, di raggiungere la propria realizzazione più pienamente
e facilmente, per ottenere riconciliazione, giustizia e pace occorre che vengano create
le giuste condizioni sociali per le persone e le società. Una base finanziaria sostenibile
in Africa aprirà la via alla realizzazione umana non in termini di maggior guadagno
per soddisfare desideri e bisogni, ma in termini di condurre una vita umana più piena,
secondo la missione di Gesù che è venuto perché noi possiamo avere la vita e averla
in abbondanza (cfr Gv 10, 10). Vorrei sottolineare i seguenti punti: 1. È di
importanza cruciale il coinvolgimento dei laici nella pianificazione, miglioramento
e distribuzione di prodotti derivanti da imprese economiche sostenibili. Una vera
appartenenza e il sostegno della famiglia di Dio (la Chiesa) significa anche attingere
alla creatività dei laici e offrire loro la possibilità di assumere efficacemente
il proprio ruolo ai diversi livelli di attività della Chiesa nel suo interno, compreso
l’aspetto del benessere materiale. 2. Vigilanza: la sostenibilità economica deve
rimanere un mezzo per un fine, uno strumento al servizio dell’evangelizzazione. Gesù
ci mette in guardia, perché è difficile per un ricco entrare nel Regno di Dio (cfr
Mc 10, 23). Nello stesso tempo occorre abbandonare la mentalità di rendere popolare
quella povertà degradante che potrebbe rappresentare un ostacolo al raggiungimento
della vita eterna. Dobbiamo evitare entrambi gli estremi. Qui le scritture ci sono
di guida: Signore, non darmi né la povertà che porta alla vanagloria e all’arroganza,
né la povertà che mi spinga a rubare (cfr Pro 30, 8-9). Le imprese economiche vanno
condotte e temperate da valori umani e spirituali con una dimensione pastorale. 3.
Una effettiva sostenibilità delle nostre imprese economiche dipenderà infine sull’efficienza
e la buona gestione secondo la modalità del buon amministratore. In verità occorre
che la Chiesa promuova la gestione manageriale, ma il segreto del successo sta nel
sottolineare e coltivare valori umani autentici e profondamente spirituali. La soluzione
è quella di fondare la sostenibilità sulle solide basi della fede. 4. Ascoltiamo
ciò che ci dice il santo padre, Papa Benedetto XVI nella Caritas in veritate al n.
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