Tensione tra Iran e Usa. L'Iran continuerà l'arricchimento dell'uranio
Dopo il sanguinoso attentato di ieri nella regione iraniana del Beluchistan contro
i Guardiani della Rivoluzione, che ha causato una cinquantina di vittime, l’Iran si
siede oggi a Vienna al tavolo dei negoziati con la comunità internazionale sulla questione
del suo programma nucleare. Il servizio di Giancarlo La Vella:
A Vienna
difficili negoziati tra Iran, Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Germania,
dopo le accuse, seccamente respinte, di Teheran a Washington e Londra di coinvolgimento
nell’attentato, rivendicato da un gruppo sunnita indipendentista. Stamani, nella capitale
austriaca, il portavoce iraniano ha già dichiarato che il suo Paese continuerà il
processo di arricchimento dell’uranio. Sulla situazione creatasi dopo l’attentato
Gabriella Ceraso ha raccolto il commento di Alberto
Negri, inviato speciale del quotidiano “Il Sole 24 Ore”: R.
– L’idea che possa esserci un attacco dall’esterno ricompatta sempre la leadership
e in qualche modo radicalizza le posizioni. D. – Quali dunque
i riflessi interni ed esteri per l’Iran? R. – Il governo centrale
reagirà duramente sul piano repressivo. Sul piano internazionale io credo che questo
possa suonare come una sorta di campanello di allarme anche per l’Iran perché chiaramente
l’instabilità del Beluchistan avrà a che fare anche con l’instabilità dell’Afghanistan
e del Pakistan e quindi vedremo se in qualche modo questo potrà costituire un ulteriore
motivo per negoziare con gli americani la stabilità regionale. E
sugli attuali rapporti della comunità internazionale con l’Iran, abbiamo intervistato
Giorgio Alba di Archivio Disarmo, esperto di nucleare: R.
– In questo momento c’è un conflitto sia all’interno degli Stati Uniti sia all’interno
dell’Iran su quale strada percorrere nei prossimi mesi dal punto di vista dei negoziati.
L’elemento di prova sarà vedere se rimarrà la fiducia da parte degli Stati Uniti nell’Iran
nel portare avanti gli impegni sul nucleare, quindi trasparenza, apertura ad ulteriori
controlli, disponibilità a trasferire parte dell’uranio e dell’arricchimento in Russia
e, da parte dell’Iran, se ci sarà la fiducia che gli Stati Uniti smettano di mettere
in difficoltà il regime iraniano. La questione essenziale sarà quindi una questione
di fiducia reciproca. D. – Comunque questo episodio, dalle dichiarazioni
che sono state fatte da parte iraniana, torna a raffreddare i rapporti con Washington
che sembravano avviati, se non altro, verso una parziale distensione… R.
– Sì è vero. Il problema principale però dei rapporti tra Iran e Stati Uniti non è
di avere una distensione su alcune tematiche. L’Iran ha dichiarato chiaramente che
l’insieme dei suoi problemi con gli Stati Uniti deve essere affrontato, non soltanto
la questione del nucleare. E in questo caso l’Iran parla di sicurezza interna e di
sicurezza regionale, quindi anche le questioni che riguardano Iraq, Afghanistan e
anche Pakistan, la questione dei commerci, la questione delle sanzioni e dell’embargo,
che è tuttora in atto contro l’Iran.