Russia: preoccupazione delle minoranze religiose per la legge più restrittiva sulle
religioni
Il governo russo ha in progetto un ulteriore indurimento della già restrittiva legge
sulle religioni introdotta nel 1997. Il provvedimento vuole, in sostanza, vietare
qualsiasi attività missionaria non autorizzata dallo Stato con l’obiettivo di contrastare
il proselitismo delle sette e dei gruppi estremisti. Il nuovo testo - pubblicato sul
sito del Ministero della Giustizia russo – definisce per la prima volta il termine
“attività missionaria”. Esso comprenderà qualsiasi attività svolta da un ministro
del culto fuori dalle istituzioni ufficiali della sua comunità religiosa e da luoghi
assegnati, quali ad esempio i cimiteri. Per svolgere attività religiose negli ospedali
sarà invece necessario ottenere un’autorizzazione. Il provvedimento stabilisce inoltre
norme più rigide per la tutela dei minori, che potranno avere contatti con una comunità
religiosa solo con l’accordo dei loro tutori legali. Anche il riconoscimento legale
delle comunità religiose, che in Russia hanno l’obbligo di essere registrate, sarà
reso più difficile. Contro il progetto – riferisce l’agenzia Kna ripresa dall’Apic
- si sono già levate le critiche delle comunità protestanti e musulmana in Russia,
mentre esso è stato accolto favorevolmente dalla Chiesa ortodossa. Secondo il Patriarcato
di Mosca molti cittadini russi sono infastiditi dall’attività di certi missionari
e la nuova legge colma un vuoto giuridico. L’attuale “Legge sulla libertà di coscienza
e le associazioni religiose” – lo ricordiamo - era stata già oggetto di vivaci proteste
a suo tempo, in particolare da parte della Chiesa cattolica, che aveva denunciato
il carattere discriminatorio e vessatorio di alcune sue norme. (L.Z.)