GABON Nasce l’Associazione Cattolica Gabonese per la Comunicazione
LIBREVILLE, 28gen09 - La sua missione è quella di tradurre in testi formali gli orientamenti
pastorali, per un migliore accompagnamento dei comunicatori, e di preparare i testi
giuridici che saranno all’ordine del giorno della prossima Assemblea Generale dei
comunicatori cattolici. Nata ufficialmente il 24 gennaio scorso, giorno di San Francesco
di Sales, patrono dei giornalisti e di quanti sono impegnati nel mondo della comunicazione,
l’Associazione Cattolica Gabonese per la Comunicazione (ACGC), è stata presentata
a Libreville da mons. Basile Mve Engone. Il vescovo della diocesi di Libreville ha
dato mandato per un anno a 16 persone di tradurre in gesti concreti una pastorale
feconda per il mondo dei comunicatori. Per il presule, “comunicatore efficace” è chi
ascolta, parla e scrive onestamente ed in maniera moderata, chi reagisce “in modo
critico alla luce dei valori evangelici”. “I giornalisti cattolici – ha detto mons.
Mve Engone – devono essere non soltanto dei cattolici convinti, ma dei professionisti
di alto livello, perché non possiamo e non dobbiamo offrire a Dio meno di quello che
è il meglio”. Il presule ha sottolineato che quella di oggi è una “comunicazione materialista
nel senso che incoraggia il consumo, che si consuma e non al di là di essa stessa”.
In pratica, ha proseguito il vescovo di Libreville, gli uomini si scambiano informazioni
effimere e passeggere e “i media attribuiscono più importanza a ciò che vi è di male
e di tragico nel mondo che non a ciò che c’è di buono e di positivo”. L’invito del
presule è quello ad un impegno per “una comunicazione cristiana, capace di far fronte
alle forme e ai contenuti della comunicazione attuale”. “Io credo che il Vangelo ci
può aiutare – ha aggiunto mons. Mve Engone – è la Buona Novella dell’amore di Dio
per gli uomini … Noi dobbiamo contribuire a diffondere la speranza e la gioia”. Il
vescovo di Libreville ha anche osservato che il giornalismo è uno strumento per educare
le masse ed ha auspicato che i media possano “insegnare l’amore di Dio”, augurandosi
che i giornalisti possano convergere verso un movimento culturale, spirituale e sociale
in favore della libertà di coscienza, per migliorare la vita della comunità. (
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