2009-10-18 12:10:50

Convegno sul cristianesimo in Etiopia


Far conoscere, in Italia e in Europa, la ricchezza di un cristianesimo vivente. Questo l’intento del convegno, organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, sul tema “Etiopia: un cristianesimo africano”. L’incontro, cui ha partecipato anche il Patriarca della Chiesa Ortodossa Abuna Paulos, si inserisce nella cornice di un’attenzione rivolta all’Africa, che vedrà il suo traguardo nel sinodo dei vescovi africani, che si terrà ad ottobre. Il servizio di Alessandra De Gaetano.RealAudioMP3



Un ponte con la tradizione ebraica e l’Islam sulla strada dell’ecumenismo. Così è stato vissuto il primo Ethiopian Day organizzato nella capitale, che ha riunito studiosi, accademici e sacerdoti etiopici provenienti da tutta Europa. Secondo territorio, dopo l’Armenia, di diffusione del cristianesimo originario, l’Etiopia conta oggi 15 mila parrocchie, 800 mila membri del clero e 50 milioni di fedeli. Una tradizione religiosa ricostruita, dopo un lungo periodo di crisi, da Hailé Selàssie I, divenuto imperatore nel 1921. Qual è stato il suo contributo nella edificazione della Chiesa di Etiopia? Ascoltiamo il Principe e nipote dell’imperatore, Aklìle Berhàn Makònnen Hailé Selàssie:

 

“La Chiesa copta è diventata autonoma anche grazie a mio nonno, l’imperatore, che fece costruire numerose chiese. Ad Axum, per esempio, c’è una piccola Chiesa, dove è custodita l’Arca, dove le donne non potevano entrare. E sempre ad Axum, pensando appunto anche alle donne, mio nonno, fece costruire un’altra Chiesa, di dimensioni maggiori, denominata Chiesa di Zion Mariam”.

 

Un monachesimo semplice, che ricorda quello dei padri della chiesa, custode di tesori di spiritualità. Perché si è scelto di accendere un faro sulla chiesa ortodossa in Etiopia? Ascoltiamo Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, organizzatore dell’evento:

 

“Questo è l’anno dell’Africa per Sant’Egidio. E’ un anno importante per la Chiesa cattolica e per l’Africa, perché il Papa ha fatto il suo primo viaggio in Africa e ci sarà il Sinodo africano. E allora quale cosa migliore, che fermarsi davanti al cristianesimo etiopico, che è un amico della comunità da tanti anni? E’ un cristianesimo antico, un cristianesimo realmente africano, ma con radici apostoliche, che ha sofferto il martirio durante il colonialismo italiano e durante la dominazione comunista”.








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