2009-10-17 10:12:30

“Riveder le stelle”: l’editoriale di padre Lombardi


“Astrum 2009: Astronomia e strumenti. Il Patrimonio storico italiano quattrocento anni dopo Galileo”. E’ il titolo della mostra inaugurata giovedì scorso ai Musei Vaticani e che sarà aperta ai visitatori fino al 16 gennaio prossimo. Su questo importante evento culturale, l’editoriale di padre Federico Lombardi per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:RealAudioMP3
 
Le stelle continuano a brillare nel firmamento, ma è sempre più difficile vederle dalle nostre città, sia per l’inquinamento atmosferico, sia per la presenza permanente dell’illuminazione artificiale. Un tempo era spontaneo per il salmista cantare: “Se guardo il cielo, opera delle tue mani, la Luna e le stelle che hai fissato…” (Sal. 8). Oggi rischiamo di dimenticarci di loro.

 
L’Anno internazionale dell’astronomia, che è in corso, può aiutarci a rialzare lo sguardo verso il firmamento, e l’attiva partecipazione – con convegni e mostre - dell’Osservatorio Vaticano (la famosa “Specola”) ci incoraggia a ritrovare questo spazio quasi naturale del dialogo fra la scienza e la fede. Il giovane direttore della Specola, padre Funes, ci dice che gli indiani dell’Arizona – dove gli scienziati hanno costruito numerosi osservatori per il cielo terso e cristallino – hanno definito gli astronomi “il popolo dagli occhi lunghi”. Proprio così: tutti dobbiamo allungare i nostri occhi, abituati a guardare troppo vicino, per superare i veli che ci impediscono di lasciarci prendere nuovamente dallo stupore vertiginoso, dalla meraviglia, dalla trepidazione, che suscita la profondità dello spazio che ci circonda. E lasciar rinascere in noi le inevitabili domande su chi siamo e dove siamo, su questo piccolo e fragile pianeta in volo attraverso il tempo e lo spazio…

 
Infatti il salmista continua il suo canto: “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi? Eppure gli hai dato potere sulle opere delle tue mani…”. E alla fine conclude: “O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!”. Per molti dei nostri contemporanei la conclusione non è così rapida, ma per tutti è possibile ritrovare la domanda iniziale e il senso del mistero. Accompagniamoci a loro allungando gli occhi per cercare le risposte più profonde, più vere e più belle.







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