Mons. Padovese: risolvere quanto prima la questione della Chiesa di Tarso
Situazione di stallo nella vicenda relativa alla chiesa di San Paolo a Tarso, in Turchia,
oggi adibita a museo, che da tempo si attende possa essere riconsegnata al culto dei
cristiani. “Dal primo settembre i pellegrini non pagano più il biglietto ma i problemi
restano e sono reali”, ha dichiarato all’agenzia Sir il presidente della Conferenza
episcopale turca (Cet), mons. Luigi Padovese, citando la prassi adottata dalle autorità
turche alla fine dell’Anno Paolino che obbliga i gruppi a prenotare con almeno tre
giorni di anticipo alla direzione del museo. “La situazione non è migliorata anzi
– rivela il vescovo - da qualche giorno, la polizia in divisa entra in chiesa durante
le funzioni suscitando allarmismo tra pellegrini". “Non sappiamo quando ci sarà un
cambiamento definitivo della situazione – aggiunge mons. Padovese - le parole del
ministro della Cultura e del Turismo erano di speranza nei confronti di Tarso anche
se in tempi non determinati. Tuttavia mantenere aperto il problema potrebbe far pensare
che non lo si voglia risolvere”. Situazione critica anche al Patriarcato ecumenico,
per la scuola teologica di Halki, ancora chiusa dal 1971. "Si era parlato di una sua
riapertura-commenta il presule ma finora nulla di fatto, nonostante l’incontro del
primo Ministro con Bartolomeo I e gli altri capi delle minoranze, aveva fatto ben
sperare". “E’ arrivato il tempo di passare dalle parole ai fatti – afferma il presidente
dei vescovi della Turchia - se si vogliono fare passi avanti nel cammino di integrazione
europea. In questo senso – conclude – giudico molto positivo lo storico accordo di
riaprire relazioni diplomatiche con l’Armenia. Credo sia nell’interesse dei due Paesi
arrivare a dei chiarimenti. L’importante è non dimenticare la storia passata”. (C.S.)