Le attese dei vescovi nigeriani per l'imminente visita del Papa in Africa
Una spinta alla pace, alla giustizia e alla riconciliazione in Africa. Questo si aspetta
l’episcopato nigeriano dalla prossima visita del Santo Padre Benedetto XVI in Camerun
e Angola dal 17 al 23 marzo. È quanto hanno affermato tre vescovi del Paese africano
intervistati a Roma dall’agenzia Cns a margine della visita ad limina della Conferenza
episcopale che si è conclusa sabato scorso. Secondo i presuli, il viaggio del Papa
sarà un’occasione per dimostrare che la Chiesa vuole aiutare a sanare le divisioni
che continuano a lacerare tutto il Continente. Un tema che sarà affrontato anche dal
prossimo Sinodo per l’Africa, a ottobre, di cui il viaggio papale è una tappa importante.
Lo ha ricordato mons, Michael Odogwo Elue, la cui diocesi di Issale-Uku si trova
nella regione Delta del Niger, conosciuta alle cronache per i rapimenti di stranieri
ad opera di bande armate locali. I conflitti etnici, la povertà, la corruzione dei
leader politici e l’intolleranza religiosa darebbero ai padri sinodali di che lavorare
“per una vita intera”, ha detto il vescovo. La visita del Papa sarà un’occasione per
fare capire ai popoli africani, e nello specifico a quello nigeriano, che la riconciliazione
“è una questione seria per la Chiesa”, ha affermato da parte sua mons. Anthony Okonkuo
Gbujui, vescovo emerito di Enugu. Secondo mons. Ogbonna Okobo, vescovo di Nsukka,
per ridurre l’alta conflittualità che caratterizza la società nigeriana è necessaria
una migliore formazione alla fede. Se i fedeli avessero una più approfondita comprensione
della propria religione, ha detto il presule, “non ci sarebbero crisi interreligiose”,
perché “non essi sarebbero meno portati a considerare le altre religioni come nemiche
della propria”, ha osservato il presule. (L.Z.)