Giornata mondiale del rifiuto della miseria per ridare dignità ai poveri
Promuovere il rispetto dei più poveri e degli emarginati. È l’obiettivo dell'odierna
Giornata mondiale del rifiuto della miseria. L’iniziativa, ora al suo ventiduesimo
anniversario, è nata grazie a Padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento Aide
à Tout Detresse – Quarto Mondo, che nel 1987 inaugurò sul Sagrato delle Libertà e
dei Diritti dell’Uomo, al Trocadero, a Parigi, una pietra in commemorazione dei più
poveri. Oggi pomeriggio per ricordare questa Giornata, sul sagrato della Basilica
Lateranense a Roma alle ore 16.00, si terrà una cerimonia commemorativa attorno alla
lapide che riproduce quella di Parigi, poi all'interno della Basilica sarà celebrata
una Santa Messa. Sulla situazione della povertà Linda Giannattasio ha sentito
Claudio Calvaruso, presidente dell’associazione italiana “Amici di ATD Quarto
Mondo":
R. – Bisogna
avere innanzitutto uno sguardo internazionale. Abbiamo dei dati dell’Unicef che parlano
di un miliardo di bambini che vivono in territori di guerra. Save the children ci
dice che ogni cinque secondi muore un bambino e il 90 per cento di queste morti sono
evitabili: più di un miliardo di persone non ha da mangiare. E poi, un altro aspetto,
più strettamente legato alla crisi economica, è il problema del lavoro. La Banca Mondiale
prevede, per il prossimo anno, 90 milioni di disoccupati nel mondo: un bombardamento
di dati che sono assolutamente agghiaccianti. D. – Qual è quindi
lo spirito di questa Giornata? R. - Non possiamo permetterci
che la drammaticità di questi dati trasmetta solo impotenza e addirittura indifferenza,
ma dobbiamo invece rimettere in moto l'attività della società civile, oltre che delle
istituzioni, di sentire sul piano della solidarietà, della coesione sociale, questi
poveri più vicini. D. – Come si può stare vicino e soprattutto
restituire dignità a chi vive ai margini della società? R. –
Questa è stata proprio la strategia di padre Joseph Wresinski. Lui ha sempre difeso
la dignità dei poveri e questa lapide era proprio stata posta sul Sagrato dei Diritti
umani, in memoria dei più poveri. Atd Quarto Mondo cerca di essere vicino ai poveri
e non vuole insegnar loro, ma cercare attraverso l’affetto di aiutare i poveri a trovare
da soli un percorso di uscita dalla povertà. D. – Nel 1997 anche
Papa Giovanni Paolo II ha voluto iniziare le Giornate mondiali della gioventù, raccogliendosi
in preghiera davanti alla pietra inaugurata da padre Wresinski. Cosa insegna questa
lapide? R. – E’ un grido contro la discriminazione, una sorta
di monito alle persone, perché non ci sia più una società in cui le persone sono private
della loro dignità. D. – Cosa possono fare le istituzioni per
i più poveri? R. – Le istituzioni si erano poste degli obiettivi
che non sono stati raggiunti. Entro il 2015 si dovevano raggiungere dei risultati
importanti nella lotta alla fame, nella lotta alla povertà. Non solo certamente non
li raggiungeremo, ma siamo ancora più indietro di quando sono stati dichiarati. Ci
sono delle responsabilità ben chiare sia di tipo politico che in termini di comportamento.
Se ci sono degli esclusi dobbiamo vedere nelle istituzioni, dobbiamo vedere dentro
noi stessi. Questa è la strada sulla quale dobbiamo lavorare. I dati sono un monito,
ma non devono far considerare la povertà come un male necessario sul quale non possiamo
intervenire.