2009-10-17 12:48:46

Beatificazione a Toledo del cardinale Sancha y Hervás. Mons. Amato: fu amico dei poveri e degli operai


Si celebra domattina, nella Cattedrale primaziale di Santa Maria Assunta, a Toledo, in Spagna, il rito di Beatificazione del cardinale Ciriaco María Sancha y Hervás, alla presenza dell’arcivescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Vissuto nel XIX secolo, il cardinale Hervás, che fu proprio arcivescovo di Toledo, si impegnò senza risparmio di energie nella difesa dei poveri e degli operai. Un amore per il prossimo che il cardinale maturò quando, giovane sacerdote, fu inviato a Cuba. Proprio da questo periodo cubano del cardinale Hervás, muove la riflessione dell’arcivescovo Angelo Amato, al microfono di Roberto Piermarini:RealAudioMP3
 
R. - In quegli anni, a Cuba era iniziata la lotta per l’indipendenza dell’isola. La fame, la miseria e la desolazione dominavano sovrane. II cuore buono del giovane sacerdote fu toccato dall’emarginazione e dal degrado dei bambini abbandonati. Per questo fondò l’Istituto delle Suore dei poveri, che poi presero il nome di Suore della Carità del Cardinale Sancha. L’Istituto era formato da giovani cubane, adeguatamente formate e seguite dal Sancha. Il loro compito era di dare calore umano e spirituale agli orfani, agli anziani abbandonati, agli invalidi. Per il Servo di Dio, i poveri erano il sacramento vivo della presenza di Gesù tra noi. E la Divina Provvidenza era il suo riferimento quotidiano per alimentare la carità delle sue opere.

 
D. - La sua biografia registra anche una permanenza del Servo di Dio in carcere a Cuba. Per quale motivo fu arrestato?

 
R. - Per diversi mesi don Ciriaco fu in carcere per essersi opposto all’insediamento dell’arcivescovo scismatico di Santiago di Cuba, nominato contro la volontà della Santa Sede. Una volta liberato, si dedicò con maggiore entusiasmo alle opere di carità e alla direzione della Congregazione da lui fondata.

 
D. - Da Cuba lo troviamo poi arcivescovo a Toledo? Quando rientrò in Spagna?

 
R. - Don Ciriaco tornò in patria nel 1875, quando fu nominato vescovo ausiliare di Toledo. Per le sue doti di pastore saggio e prudente, fu prima vescovo di Avila, poi della nuova diocesi di Madrid-Alcala e poi di Valencia. Nel 1894 fu creato cardinale e due anni dopo, arcivescovo di Toledo e primate di Spagna.

 
D. - Ci può indicare in breve i tratti della sua santità?

 
R. - Santità di vita, zelo per le anime, vicinanza ai poveri, amore alla Chiesa e al Pontefice sono le caratteristiche della sua figura di pastore e di maestro. Fedele agli insegnamenti di Papa Leone XIII si distinse per la promozione umana e cristiana degli operai e dei poveri, fondando scuole serali per la loro istruzione, difendendo il giusto salario degli operai, promuovendone l'associazionismo per la rivendicazione dei loro diritti, visitando i quartieri poveri. Particolare attenzione diede sia alla formazione intellettuale e spirituale dei sacerdoti sia al sostentamento dei seminaristi e dei sacerdoti poveri e anziani. L’anima di questo suo straordinario apostolato era la sua fede in Dio. Scrive Salvador Perez, delineando la figura del cardinal Sancha: “Per Ciriaco Sancha Dio non era un ragionamento: Dio era il respiro della sua anima e parlare di Lui gli risultava così facile e naturale che riusciva a mettere tutti nell’atmosfera soprannaturale nella quale egli si muoveva. Andava sempre avanti. Prima faceva e poi parlava”.







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