2009-10-16 13:31:24

Relazione presentata da Mons. Louis PORTELLA MBUYU, Vescovo di Kinkala (REPUBBLICA DEL CONGO)


S. E. R. Mons. Louis PORTELLA MBUYU, Vescovo di Kinkala, Presidente della Conferenza Episcopale (REPUBBLICA DEL CONGO)

Il Circolo ha insistito molto sulla dimensione universale del Sinodo, che implica la partecipazione attiva della Chiesa di ogni continente a tutte le fasi del Sinodo, in particolare attraverso la presenza dei responsabili dei dicasteri della Curia Romana e quella dei rappresentanti della Chiesa che è negli altri continenti. Anche in Africa la mobilitazione è stata grande: Sinodo diocesano, riflessione-risposta ai questionari, incontri di teologi, uso dei mass media e preghiere.
Altresì auspicabile che la comunione ecclesiale sia più effettiva a tutti i livelli (nazionale, regionale e continentale).
L'Africa ha conosciuto ferite profonde che hanno segnato pesantemente la sua storia. S'impone tuttavia la necessità di un percorso di guarigione della memoria. Occorre dunque impegnarsi fermamente in una dinamica di speranza e di resurrezione come il primo Sinodo per l'Africa aveva raccomandato.
Il Circolo ha anche sottolineato l'importanza di una spiritualità che deve integrare la dimensione religiosa o mistica con i programmi d'azione. Bisogna dunque sviluppare una spiritualità della vita.
Le nostre culture sono ricche di elementi positivi che possono contribuire alla riconciliazione e alla pace come la palabre, la fiavana in Madagascar, la parentela come forma di solido legame familiare, la mediazione, il simbolismo dell'acqua che le persone bevono dopo aver riconosciuto e confessato le proprie divergenze. Altri elementi al contrario costituiscono degli ostacoli (odio, accuse di stregoneria, sistema di caste, ecc.). Un'opera di evangelizzazione profonda permetterà parimenti di superare la contraddizione talvolta esistente fra il legame etnico e il legame ecclesiale.
Più che la Chiesa nel suo funzionamento interno, il problema dell'ingiustizia riguarda i governanti e le società che sfruttano le nostre risorse.
Le urgenze sono dunque numerose: formare quanti hanno potere decisionale ora e in futuro (una formazione spirituale e dottrinale, ma pure tecnica, seguita anche da cappellani a loro volta adeguatamente formati); dare alle donne il posto che spetta loro; educare le persone alla pace fin dalla più tenera età e aiutarle a cambiare il loro modo di guardare agli altri; lo stesso vale per l'educazione allo stato di diritto e a tutti gli altri valori cristiani che riguardano la società.
La famiglia, cellula fondamentale della società, merita una mobilitazione pastorale importante. La pastorale familiare implica tutte le categorie: i bambini e i giovani devono ricevere una educazione accurata, i coniugi devono progredire nell'amore coniugale; i genitori devono assumersi la propria responsabilità di primi educatori. I valori cristiani del matrimonio e della famiglia devono quindi essere al centro di iniziative pastorali appropriate.
La relazione fra la nostra cultura e i Sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione ci orienta verso una catechesi inculturata di tali Sacramenti. In questo ambito, perché non pensare a un congresso eucaristico continentale guidato da una dinamica di ricerca teologica, di catechesi e di celebrazione inculturata?
La missione profetica della Chiesa esige un piano di azione pastorale incentrato sulle analisi delle cause dei conflitti e delle violenze alla luce della parola di Dio e della dottrina sociale della Chiesa, ed esige anche di interpellare i responsabili.
I ministri ordinati devono dunque essere veri testimoni della riconciliazione, della giustizia e della pace, e anche maestri, come dice Paolo VI nella Evangelii nuntiandi.







All the contents on this site are copyrighted ©.