Messaggio agli indù per il Diwali: il rispetto della libertà di coscienza e di religione,
base dell'autentico sviluppo
“Una pace duratura” si realizza solo in “un’atmosfera di libertà”: è quanto afferma
il tradizionale messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso per
la festa del Diwali (o Deepavali) che i fedeli indù celebreranno domani. Si tratta
di una delle più antiche feste del mondo induista, che simboleggia la vittoria della
luce sulle tenebre, del bene sul male, della vita sulla morte. Nel messaggio il cardinale
Tauran, presidente del dicastero vaticano, si rivolge ai “cari amici indù” sottolineando
“la necessità di lavorare insieme per lo sviluppo umano integrale”. Uno sviluppo –
afferma – che suppone “il rispetto per gli altri” e “il riconoscimento della loro
libertà: libertà di coscienza, di pensiero e di religione” e che si basa sulla “protezione
della vita umana ed il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona”.
“Quando le persone si sentono rispettate nelle loro scelte di fondo come esseri religiosi
- rileva il porporato - solo allora esse sono in grado di incontrare gli altri e di
cooperare per il progresso dell’umanità” creando “un ordine sociale più pacifico che
contribuisce allo sviluppo”. Il messaggio – è da notare - giunge in coincidenza col
primo Congresso missionario indiano, in corso a Mumbai, dove si è parlato anche delle
violenze anticristiane da parte di estremisti indù scoppiate nell’agosto 2008 e che
hanno causato oltre cento morti. Ecco il testo integrale del Messaggio:
Cari
amici indù, 1. È per me una gioia presentarvi ancora una volta,
a nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, l’augurio di un felice
Deepavali! Le feste religiose ci offrono l’opportunità di ravvivare il nostro rapporto
con Dio e tra noi. Mentre eleviamo le nostre menti ed i nostri cuori verso Dio, la
Luce Suprema, questa festa delle luci possa rafforzare l’amicizia fra di noie donare
a tutti la benedizione della gioia e della pace. 2. Facendo
onore alla tradizione di questo Pontificio Consiglio di condividere una riflessione
su un argomento di comune interesse, vorrei proporre quest’anno alla nostra considerazione
la necessità di lavorare insieme per lo sviluppo umano integrale. 3.
Lo sviluppo umano integrale comporta un progresso nella direzione del vero bene di
ciascun individuo, comunità e società, in ogni dimensione della vita umana:
sociale, economica, politica, intellettuale, emozionale, spirituale e religiosa.
Il Papa Paolo VI l’ha descritto come: “lo sviluppo di tutto l’uomo e di
tutti gli uomini” (Populorum Progressio, 1967, n. 42) “da condizioni meno umane a
condizioni più umane” (ibid., n. 20). Ed il Papa Benedetto XVI ha scritto recentemente che:
“lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli” (Caritas
in veritate, n. 17). 4. Tale autentico sviluppo umano si può
raggiungere solo attraverso l’assunzione di una responsabilità condivisa
gli uni per gli altri ed impegnandosi seriamente in azioni di collaborazione. Ciò
scaturisce dalla nostra stessa natura di esseri umani e dalla nostra appartenenza
all’unica famiglia umana. 5. Nel processo dello sviluppo integrale,
la protezione della vita umana ed il rispetto della dignità e dei diritti
fondamentali della persona, sono responsabilità di ciascuno, sia individualmente
che collettivamente. 6. Il rispetto per gli altri implica, dunque,
il riconoscimento della loro libertà: libertà di coscienza, di pensiero
e di religione. Quando le persone si sentono rispettate nelle loro scelte di fondo
come esseri religiosi, solo allora esse sono in grado di incontrare gli altri e di
cooperare per il progresso dell’umanità. Ciò forma un ordine sociale più
pacifico che contribuisce allo sviluppo. 7. Lo sviluppo
umano integrale richiede anche la volontà politica di lavorare per garantire una maggiore
protezione dei diritti umani ed una coesistenza pacifica. Sviluppo, libertà e pace
sono indissolubilmente legati e si completano reciprocamente. Una pace duratura
e relazioni armoniose emergono in un’atmosfera di libertà; allo stesso modo,
lo sviluppo umano integrale si realizza in un ambiente pacifico.Tutti insieme,
come persone di buona volontà, uniamoci per dissipare ogni tenebra che nasconde una
vera visione di coesistenza, l’armonia religiosa e lo sviluppo integrale per ogni
singola persona. Possa essere il Deepavali un’occasione per
celebrare la nostra amicizia e proclamare fermamente la vittoria del bene
sul male, della luce sulle tenebre e per lavorare insieme al fine di conseguire
un’era di vera libertà ‘per tutti’ e di un integrale sviluppo umano ‘di tutti’. Ancora
una volta, vi porgo i migliori auguri per uno splendido e gioioso Deepavali. Cari
amici indù,
1. È per me una gioia presentarvi ancora una volta, a nome del
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, l’augurio di un felice Deepavali!
Le feste religiose ci offrono l’opportunità di ravvivare il nostro rapporto con Dio
e tra noi. Mentre eleviamo le nostre menti ed i nostri cuori verso Dio, la Luce Suprema,
questa festa delle luci possa rafforzare l’amicizia fra di noie donare a tutti la
benedizione della gioia e della pace.
2. Facendo onore alla tradizione di questo
Pontificio Consiglio di condividere una riflessione su un argomento di comune interesse,
vorrei proporre quest’anno alla nostra considerazione la necessità di lavorare insieme
per lo sviluppo umano integrale.
3. Lo sviluppo umano integrale comporta un
progresso nella direzione del vero bene di ciascun individuo, comunità e società,
in ogni dimensione della vita umana: sociale, economica, politica, intellettuale,
emozionale, spirituale e religiosa. Il Papa Paolo VI l’ha descritto come: “lo sviluppo di
tutto l’uomo e di tutti gli uomini” (Populorum Progressio, 1967, n. 42) “da condizioni
meno umane a condizioni più umane” (ibid., n. 20). Ed il Papa Benedetto XVI ha scritto
recentemente che: “lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile
della persona e dei popoli” (Caritas in veritate, n. 17).
4. Tale autentico
sviluppo umano si può raggiungere solo attraverso l’assunzione di una responsabilità
condivisa gli uni per gli altri ed impegnandosi seriamente in azioni di collaborazione.
Ciò scaturisce dalla nostra stessa natura di esseri umani e dalla nostra appartenenza
all’unica famiglia umana.
5. Nel processo dello sviluppo integrale, la protezione
della vita umana ed il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della
persona, sono responsabilità di ciascuno, sia individualmente che collettivamente.
6.
Il rispetto per gli altri implica, dunque, il riconoscimento della loro libertà: libertà
di coscienza, di pensiero e di religione. Quando le persone si sentono rispettate
nelle loro scelte di fondo come esseri religiosi, solo allora esse sono in grado
di incontrare gli altri e di cooperare per il progresso dell’umanità. Ciò forma
un ordine sociale più pacifico che contribuisce allo sviluppo.
7. Lo sviluppo
umano integrale richiede anche la volontà politica di lavorare per garantire una maggiore
protezione dei diritti umani ed una coesistenza pacifica. Sviluppo, libertà e pace
sono indissolubilmente legati e si completano reciprocamente. Una pace duratura
e relazioni armoniose emergono in un’atmosfera di libertà; allo stesso modo, lo
sviluppo umano integrale si realizza in un ambiente pacifico.Tutti insieme, come
persone di buona volontà, uniamoci per dissipare ogni tenebra che nasconde una vera
visione di coesistenza, l’armonia religiosa e lo sviluppo integrale per ogni singola
persona.
Possa essere il Deepavali un’occasione per celebrare la nostra amicizia
e proclamare fermamente la vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre
e per lavorare insieme al fine di conseguire un’era di vera libertà ‘per tutti’
e di un integrale sviluppo umano ‘di tutti’. Ancora una volta, vi porgo i migliori
auguri per uno splendido e gioioso Deepavali.