Il Papa alla Fao: per sconfiggere la fame nel mondo, cambiare stili di vita e mettere
da parte privilegi e profitti
Cambiare stili di vita, mettere da parte privilegi e profitti, promuovere lo sviluppo
agricolo dei Paesi più poveri, per sconfiggere il flagello della fame, che colpisce
oltre un miliardo di persone nel mondo: è quanto afferma il Papa nel Messaggio per
l’odierna Giornata Mondiale dell’Alimentazione inviato al direttore generale della
Fao Jacques Diouf. “Si tratta – sottolinea Benedetto XVI - di una concreta manifestazione
del diritto alla vita, che, pur solennemente proclamato, resta troppo spesso lontano
da una piena attuazione”. Ecco il testo integrale del Messaggio:
Se
la celebrazione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione ricorda la fondazione della
FAO e la sua azione per combattere la fame e la malnutrizione, essa sottolinea soprattutto
l’urgenza e la necessità di interventi a favore di tutti coloro che sono privi del
pane quotidiano in tanti Paesi, a causa della mancanza di condizioni di sicurezza
alimentare adeguate. La crisi attuale, che attraversa
senza distinzione l’insieme dei settori dell’economia, colpisce particolarmente in
maniera grave il mondo agricolo, dove la situazione diventa drammatica. Questa crisi
chiede ai Governi e alle diverse componenti della Comunità internazionale ad operare
scelte determinanti ed efficaci. Garantire a
persone e popoli la possibilità di sconfiggere il flagello della fame significa assicurare
loro un accesso concreto a un’adeguata e sana alimentazione. Si tratta, in effetti,
di una concreta manifestazione del diritto alla vita, che, pur solennemente proclamato,
resta troppo spesso lontano da una piena attuazione. Il
tema scelto quest’anno dalla FAO per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione è “Raggiungere
la sicurezza alimentare in tempi di crisi”. Esso invita a considerare il lavoro agricolo
come elemento fondamentale della sicurezza alimentare e, quindi, come una componente
integrale dell’attività economica. Per tale motivo, l’agricoltura deve poter disporre
di un sufficiente livello di investimenti e di risorse. Questo tema richiama il fatto
e fa comprendere che i beni della creazione sono limitati per loro natura: essi richiedono,
pertanto, atteggiamenti responsabili e capaci di favorire la sicurezza alimentare,
pensando anche a quella delle generazioni future. Una profonda solidarietà e una lungimirante
fraternità sono dunque necessari. Il conseguimento
di questi obiettivi richiede una necessaria modificazione degli stili di vita e dei
modi di pensare. Obbliga la Comunità internazionale e le sue Istituzioni a intervenire
in maniera più adeguata e più determinata. Auspico che tale intervento possa favorire
una cooperazione che protegga i metodi di coltivazione propri di ogni area ed eviti
un uso sconsiderato delle risorse naturali. Auspico, inoltre, che tale cooperazione
salvaguardi i valori propri del mondo rurale e i fondamentali diritti dei lavoratori
della terra. Mettendo da parte privilegi, profitti e comodità, questi obiettivi potranno
essere realizzati a vantaggio di uomini, donne, bambini, famiglie e comunità, che
vivono nelle aree più povere del pianeta e sono, dunque, più vulnerabili. L’esperienza
dimostra che le soluzioni tecniche, pur avanzate, mancano di efficacia se non si riferiscono
alla persona, principale protagonista che, nella sua dimensione spirituale e materiale,
è origine e fine di ogni attività. L’accesso
al cibo, più che un bisogno elementare, è un diritto fondamentale delle persone e
dei popoli. Potrà diventare una realtà, e quindi una sicurezza, se sarà garantito
un adeguato sviluppo in tutte le diverse regioni. In particolare, il dramma della
fame potrà essere sconfitto solo “eliminando le cause strutturali che lo provocano
e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture
rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in
formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate, capaci cioè di utilizzare
al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a
livello locale” (Caritas in veritate, n. 27). La
Chiesa cattolica, fedele alla sua vocazione ad essere vicina agli ultimi, promuove,
sostiene e partecipa agli sforzi realizzati per consentire ad ogni popolo e comunità
di disporre dei mezzi necessari a garantire un adeguato livello di sicurezza alimentare. Con
questi auspici, Le rinnovo, Signor Direttore Generale, le espressioni della mia alta
considerazione, ed invoco sulla FAO, i suoi Stati membri e il personale tutto abbondanti
benedizioni celesti.