Congresso Missionario dell’India. La testimonianza di mons. Barwa: i missionari mi
hanno salvato
Testimonianze e racconti di vite trasformate dal messaggio evangelico hanno arricchito
la seconda giornata del primo Congresso Missionario dell’India. Particolarmente toccante
è stato l’intervento di mons. John Barwa, vescovo coadiutore di Rourkela e zio di
suor Meena, violentata durante il drammatico periodo delle persecuzioni anticristiane
compiute nel Kandhamal: “Ogni volta che suor Meena deve partecipare ad una identificazione
dei colpevoli dell’aggressione soffre. Ma ora questo dolore ha assunto una dimensione
salvifica perché per lei è diventato un modo di partecipare alla Passione di Cristo”.
Mons. Barwa ha poi sottolineato che l’opera missionaria tra i tribali è l’unica ancora
di salvezza per migliaia di persone. “Io stesso – ha detto il presule - sono un tribale
e ho un doppio debito di gratitudine verso i missionari cristiani che hanno liberato
la mia vita”. “Mi hanno liberato dandomi un’educazione, facendomi conoscere cosa sia
la dignità di ogni persona umana”. “Se oggi sono un vescovo – ha aggiunto mons. Barwa
- lo devo ai missionari cristiani che ci hanno portati fuori dalla giungla e ci hanno
rivestito di una dignità che non conoscevamo”. “Noi tribali – ha concluso il vescovo
le cui parole sono state riprese dall’agenzia Asia News - siamo gente della foresta,
che vive in aree sperdute, attaccati alla nostra terra e al culto degli spiriti a
cui chiediamo di proteggerci”. “Questa devozione è una schiavitù da cui i missionari
cristiani mi hanno salvato facendomi conoscere l’unico vero Dio e vivere l’esperienza
della luce che Gesù irradia nel mondo”. (A.L.)