2009-10-16 15:38:48

Africa schiavizzata dal potere del denaro. L’appello dei Padri sinodali: annullare il debito è un atto di giustizia, non di carità


E in occasione del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, la città di Roma dedica un’intera giornata a questo continente. Lunedì prossimo, in mattinata, il Campidoglio, ospiterà un convegno internazionale dedicato alla cooperazione in Africa, mentre la sera alle 21.00, presso l’Auditorium della Conciliazione si terrà una serata di musica e cultura africana. Gli eventi sono organizzati dal Comune di Roma, in collaborazione con la Segreteria Generale del Sinodo, la Radio Vaticana, la Comunità di Sant’Egidio e Hope, l’iniziativa del servizio nazionale per la Pastorale Giovanile. La giornata del 19 ottobre vedrà la partecipazione di numerosi Padri Sinodali e del direttore generale della nostra emittente, padre Federico Lombardi. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

Roma si mobilita per l’Africa e il 19 ottobre dedica a questo continente un’intera giornata. In mattinata, la Protomoteca del Campidoglio vedrà i lavori del Convegno internazionale intitolato “Africa: quale partnership per la riconciliazione, la giustizia e la pace?” alla presenza degli stessi Padri Sinodali. Alle 21.00, invece, musica e culture africane animeranno l’Auditorium di Via della Conciliazione, in una serata intitolata “Africa: croce in mezzo al mare”. Ma cosa significa questo titolo? Marco Brusati, direttore di Hope:

“Vuol dire che Africa è anche segno che Cristo è ancora presente ed è presente in un continente che soffre. E’ un continente oggetto della speciale attenzione di Cristo e quindi è un continente che è destinato a risorgere”.


Anche i musicisti, gli artisti e i comunicatori sociali, dunque, possono contribuire alla pace. Ancora Marco Brusati:


“Gli artisti fanno cultura, gli artisti non hanno confini. Vuol dire che l’artista in Africa, l’artista in Europa ha lo stesso compito, ha la stessa missione, ovvero quella di formare soprattutto le nuove generazioni ad essere persone e porre gli altri al centro del proprio cuore. Ciò significa che l’arte, in particolare la musica, entra nel cuore dei giovani, scava dentro e li rinnova profondamente, e li mette anche al centro di un pensiero che è questo: prendere coscienza che senza l’altro noi non ci possiamo salvare”.


“Richiamare l’attenzione del mondo sull’Africa” è l’obiettivo di questo progetto, ha spiegato il direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, esprimendo l’auspicio che lo spirito dell’iniziativa non si esaurisca in breve tempo:


“Il nostro spirito è quello di far sentire tutti questi eventi come parte di un unico grande evento. Noi siamo tutti mobilitati e cerchiamo di fare rete, di metterci insieme, perché sia un tempo in cui noi e tutta la comunità cittadina ed ecclesiale ci mobilitiamo per l’Africa e perché questo possa anche continuare dopo”.


Protagonisti degli eventi del 19 ottobre saranno anche i giovani delle associazioni e dei movimenti missionari, per i quali l’Africa non è sinonimo di guerra e disperazione, ma è qualcosa di più. Ascoltiamo le loro voci:

R. – È un continente con mille possibilità davanti a sé, ricco di vita e di passione per la vita.

R. – È una risorsa infinita che con tutte le sue peculiarità dovremmo imparare ad accogliere meglio.

R. – È un cuore che batte. E’ veramente un Paese pulsante di risorse dal punto di vista umano.

D. – Cosa si può fare, secondo te, per aiutare concretamente l'Africa?

R. – Bisogna rispettare anche la gente del posto. Promuovere un progresso con loro e non senza di loro, a loro discapito. Ci vuole un progetto vissuto e pensato anche con loro.

R. – Credo, incidere sulle politiche culturali. Credo che ci vogliano proprio persone che vadano a vivere in Africa, affinché possano conoscere anche un altro modo di investire nel quotidiano, nel lavoro.

R. – Per me si potrebbe fare molto, ad esempio, sostenendo i sacerdoti e i missionari, coloro che spendono la loro vita in questi Paesi, perché le molte difficoltà che incontrano dal punto di vista pratico potrebbero condizionarli nella loro attività più propriamente pastorale e spirituale, che è poi quella che può davvero incidere dal punto di vista sociale.

E tra gli artisti che animeranno l’evento, anche il gruppo degli “Whitest”: sei ragazzi bianchi che cantano la musica “nera” per eccellenza, quella gospel. A dimostrazione che l’Africa riguarda tutti e che tutti possiamo fare qualcosa per l’Africa.

(musica)







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