Tradizione e innovazione alla Fiera del Libro di Francoforte
Si è aperta ieri a Francoforte sul Meno, e andrà avanti sino a domenica, la 61esima
edizione della Buchmesse, la Fiera del Libro, che nella città tedesca raccoglie e
mostra tutto quanto pubblicato e stampato sul pianeta durante l'anno. Come sempre
un appuntamento dai grandi numeri e dalle immense polemiche, a cominciare dal Paese
invitato d'onore che quest’anno è la Cina. Attaccato da più parti il povero Juergen
Boos, direttore dell'evento, è stato costretto suo malgrado a difendersi dalle accuse
di censura. In realtà il suo è un compito arduo: dare voce ad una ricchissima letteratura
dissidente senza però dimenticare gli innegabili aspetti positivi della cultura cinese.
E infatti il motto della fiera quest’anno è proprio tradizione e innovazione. Per
tanti un ossimoro, per la Cina una sfida. La pre-apertura martedì ha visto il cancelliere
Angela Merkel fare gli onori di casa per accogliere il vicepresidente cinese Xi Jinping.
Lievissima dopo la prima giornata la flessione dei visitatori rispetto agli anni scorsi.
Con la parola crisi ripetuta come un mantra, un Paese come la Cina è quasi una boccata
d'aria per l'asfittico mercato dell'editoria mondiale, anche se c'è sempre il problema
dei diritti umani. La sfida della Buchmesse resta quella se non di mostrare che la
penna è più forte della spada quantomeno che possa essere una valida alternativa.
Da citare la Libreria Editrice Vaticana ha uno spazio espositivo, nello stand “Stato
della Città del Vaticano”. Un posto speciale sarà dedicato all’espressione del Magistero
di Papa Benedetto XVI. In calendario oltre cinquanta incontri editoriali. Tra le novità,
la presentazione dell’ “Enciclopedia della Preghiera”. (Da Francoforte, Alberto
de Filippis)