Donna di eccezionali talenti di mente e di cuore: così viene definita Santa Teresa
d’Avila che la Chiesa ricorda oggi. Vissuta nel XVI secolo ha scelto la vita monastica
all’età di vent’anni ma ha faticato prima di arrivare a quella che lei ha chiamato
la sua «conversione», a 39 anni. Ha legato la contemplazione ad un’intensa attività
riformatrice dell’Ordine carmelitano e ha dato vita a diverse fondazioni. Fedele alla
Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, ha contribuito al rinnovamento dell'intera
comunità ecclesiale. Al microfono di Tiziana Campisi, suor Maria Assunta
Colombo, vicaria generale delle Carmelitane missionarie di Santa Teresa del Bambin
Gesù, descrive i tratti della spiritualità della mistica che nel 1970 Paolo VI ha
proclamato Dottore della Chiesa:
(Canto "Nada
te turbe") R. – “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Solo Dio
basta. Chi ha Dio non manca di nulla”. Questa preghiera l’ha composta lei e veramente
oggi è più importante di ogni altro tesoro avere Dio, perché oggi le situazioni, le
crisi, le cose terribili che accadono, solo si possono comprendere, possono trovare
un senso, se si ha Dio. D. – Quale patrimonio spirituale ha
lasciato Teresa d’Avila? R. – Intanto ha spiegato che cos’è
la preghiera. Lei dice che la preghiera è un colloquio a tu per tu con Colui da cui
sappiamo di essere amati. Questo è un patrimonio altissimo: colloquio a tu per tu,
cuore a cuore. Teresa d’Avila dopo aver peregrinato nella fede, alla fine è riuscita,
con la sua preghiera, con la sua umiltà, a entrare in contatto con Gesù. Gesù si è
rivelato a lei, lei lo ha visto nella sua persona, lo ha visto con la sua meditazione
e ha detto che quando ha visto Gesù tutto ciò che è terreno è scomparso dai suoi desideri,
non ha avuto più bisogno di nulla perché Cristo dà senso ad ogni cosa. D.
– Cosa dice oggi la figura di Teresa d’Avila? R. - Non perderti
nelle cose della terra, non perderti dietro a tante illusioni, vai dritto sulla via
dell’amore, vai dritto, segui Gesù: è la sequela. D. – Santa
Teresa è anche l’esempio di una donna che ha saputo portare avanti una bella amicizia,
quella con Giovanni della Croce: questa amicizia a quali frutti ha portato? R.
– Ha portato i frutti di una condivisione delle elevazioni spirituali. L’amicizia
è bella quando insieme si loda, si ha lo stesso oggetto di amore, lo stesso soggetto
di amore. La cosa più bella è avere qualcuno con la stessa sensibilità con cui puoi
condividere questi sentimenti meravigliosi che Dio ti mette nel cuore. D.
– Teresa d’Avila era una contemplativa. Cosa dice a voi religiose di vita attiva? R.
- Noi siamo di vita attiva e contemplativa, mista. Ogni attività deve scaturire dalla
contemplazione. Solo partendo da questo amore infuocato che Gesù mette nel cuore allora
l’azione scaturisce a questa unione profonda, da questo amore. Quindi la vita mistica
è importante per agire amando e per amare. Se non c’è questa vita mistica non si riesce
ad amare e ci stanca facilmente, tutto fallisce e tutto si distrugge. E’ l’amore che
cementa e che salda ogni attività. (Canto "Nada te turbe")