2009-10-15 11:07:08

Intervento di Mons. Rudolf DENG MAJAK, Vescovo di Wau (SUDAN)


S. E. R. Mons. Rudolf DENG MAJAK, Vescovo di Wau, Presidente della Conferenza Episcopale (SUDAN)
Intervento consegnato per iscritto ma non pronunciato in Aula.

Adempiendo ai compiti che Dio ci ha affidato, in mezzo ai subbugli del nostro paese, noi vescovi cattolici del Sudan abbiamo dedicato il nostro ministero pastorale alla ricerca di una riconciliazione e di una pace concreta in Sudan. Abbiamo avviato dialoghi diretti con i leader sudanesi, scritto, avvicinato o chiesto l’intervento diretto della comunità internazionale, dei paesi fratelli, dei nostri fratelli nella fede dei paesi dell’AMECEA, del SECAM e dei vescovi sudafricani, ai quali siamo molto grati, domandando con insistenza di mostrare solidarietà e di cooperare con le iniziative di pace in Sudan.
In seno alla nostra Conferenza episcopale, abbiamo rafforzato la Commissione di giustizia e pace, che ha delle sedi in tutte e nove le diocesi del Sudan. Questa commissione è molto attiva nella risoluzione efficace dei conflitti, rendendo possibile la riconciliazione tra i diversi gruppi etnici del Sudan. È stato dedicato molto interesse al dialogo interreligioso, che naturalmente ha molto poco successo.
Nelle diocesi e in tutti i ministeri pastorali fra i sudanesi colpiti dalla guerra e sofferenti, i vescovi si dedicano anche a curare i traumi e a guarire le ferite attraverso azioni spirituali e attraverso i sacramenti. In particolare, nella maggior parte del Sudan, le Chiese si sono impegnate nelle attività di sviluppo socio-economico. Le cose più elementari di cui hanno bisogno le persone, come il cibo, l’assistenza sanitaria, le scuole e lo sviluppo sociale sono state fornite - per tutto il lungo periodo di conflitto nel paese - dalla Chiesa.
Attualmente in Sudan vi sono semi di potenziali violenze.
Tutte insieme, queste contese e incertezze creano un clima di instabilità in cui potrebbero verificarsi violenze tra nord e sud. Ciò che adesso serve con urgenza è cercare di gestire il conflitto per evitare che si aggravi.
Al fine di prevenire e controllare futuri conflitti, occorre elaborare delle attività per la gestione e la risoluzione dei conflitti tra le diverse tribù e i politici. Ciò esige una reazione rapida alle prime avvisaglie di violenza nel sud, attenzione per la sicurezza della popolazione e controllo delle armi di piccolo calibro piuttosto che disarmi forzati. Occorre con urgenza un approccio regionale per far fronte alle minacce dell’Esercito di Resistenza del Signore.







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