2009-10-15 12:00:10

Intervento della Sig.ra Axelle FISCHER, Segretario Generale della Commissione “Giustizia e Pace” Bruxelles, Uditrice


Sig.ra Axelle FISCHER, Segretario Generale della Commissione “Giustizia e Pace” Bruxelles (BELGIO)

Il perdono è un DONO. Si offre e si riceve al più alto livello di libertà.
Ciò che possiamo e dobbiamo fare è aiutare a creare le condizioni che favoriscono questo perdono.
La pace è il desiderio di Dio, essa ha come secondo nome quello di Gesù. Poniamoci anche l’interrogativo: come conciliare la pace annunciata dalla fede e la realtà straziante del nostro mondo?
La giustizia è complessa, ha volti diversi. La giustizia transizionale attiva processi che mettono fine ai conflitti e conducono alla riconciliazione, seguendo meccanismi talvolta giudiziari, talvolta no. Ma la giustizia può essere anche punitiva, sul piano nazionale innanzitutto, e poi, se non è sufficiente, su quello internazionale, attraverso la Corte Penale Internazionale o tribunali penali internazionali. La giustizia inoltre può essere restaurativa, al fine di riparare i danni causati. Infine, la giustizia può essere adempiuta seguendo riti tradizionali.
Questi diversi aspetti della giustizia sono complementari e nulla impedisce a un paese di imparare la lezione da ciò che è stato fatto bene altrove nel mondo. Ma si potrà intraprendere la via della riconciliazione solo se ogni popolazione riceve una formazione civica e una coscienza politica, di cui gli agenti politici e economici dovranno tener conto. Se ciò è valido per l’Africa, è valido anche per i paesi cosiddetti “sviluppati”.
Le violenze sessuali, già atroci per se stesse, lo sono ancora di più se usate come armi da guerra: seminano volutamente il terrore nelle comunità e destabilizzano la società. Innumerevoli donne subiscono queste violenze. Ancora vive, rimangono in piedi per i loro figli e per le loro famiglie. So di alcune che coltivano i campi durante la notte rischiando la vita per continuare a nutrire la comunità.
Essere vittime non è il ruolo riservato alle donne. Esse sono agenti di giustizia, di pace e di riconciliazione. Riconoscerlo significa dare dignità a ognuna di loro, a ciascuno, nella Chiesa e nella società in modo da lavorare insieme affinché la pace sia il frutto della giustizia.







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