2009-10-14 13:08:19

Intervento di Mons. Germano GRACHANE, Vescovo di Nacala (MOZAMBICO)


S. E. R. Mons. Germano GRACHANE, C.M., Vescovo di Nacala (MOZAMBICO)



La “implantatio Ecclesiae et Imperii, versus implantatio fidei”, è stato il cammino o metodo che ha portato il Vangelo in Mozambico ne i secoli XV e XVI, come pure nella maggior parte dell’Africa, dell’America, dell’Estremo Oriente (Asia) e dell’Oceania.

Questo metodo dell’epoca costantiniana e post-costantiniana, ripreso e rafforzato durante il Sacro Romano Impero Germanico, ridusse la linea di confine fra le comunità cristiane delle catacombe e il mondo pagano dell’epoca e costituisce oggi una delle cause remote ma fondamentali di una mancanza o incrinatura strutturale e basilare nell’edificio delle Chiese in Africa, mancanza-incrinatura strutturale e basilare che è l’incoerenza o il divario profondo e vasto tra la fede e la testimonianza di vita, tra la fede dei cristiani africani e la loro cultura, tra la fede e l’impegno morale, tra la fede cristiana dei parlamentari africani e il loro impegno politico secondo il Vangelo: il divario o iato dissonante esistente, infine, tra la fede proclamata con le labbra nella formula del Credo della Messa domenicale e lo stile della vita e della cultura quotidiana nel mondo del lavoro, della politica, dell’economia, della cultura, della famiglia e della società al di fuori delle nostre cattedrali, delle chiese parrocchiali, delle cappelle e delle comunità africane, come in tutto il mondo moderno e odierno.

Mi permetto la libertà di proporre a questa augusta Assemblea sinodale che il Sinodo faccia una menzione diretta ed esplicita per quanto riguarda l’importanza, la necessità e l’opportunità del metodo e istituto catecumenale antico, raccomandato anche, e rinnovato dal santo Concilio Vaticano II, come strumento efficace per ricostruire le nostre giovani chiese missionarie africane.








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