2009-10-14 12:54:55

Intervento del Rev. P. Mamby Dominique BASSE, Superiore Maggiore dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie in Senegal


Rev. P. Mamby Dominique BASSE, Sch. P., Superiore Maggiore dei Chierici Regolari Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie in Senegal [Scolopi] (UNIONE DEI SUPERIORI GENERALI)



La pace duratura passa attraverso l’educazione. Questa è una convinzione condivisa dai consacrati che hanno come carisma l’educazione dei giovani.

Questa missione si impone oggi in un contesto in cui l’africano vive inserito in un ambiente economico, psicologico e socio-politico spesso difficile e che alimenta nel giovane tensioni interiori che si traducono esteriormente con comportamenti assolutamente contrari allo spirito di pace e di riconciliazione.

Oggi in Africa la sfida primordiale del nostro tempo è rappresentata dalla persistenza e dalla preminenza della cultura della violenza nel mondo della gioventù e dagli stereotipi che le vengono proposti dai media, dai politici e da tutti quelli che mostrano un apparente “successo sociale”.

La violenza è inoltre vicina al giovane in quanto è presente nelle continue devastazioni del conflitto che distrugge la vita familiare. Di fronte a tutte queste forme di violenze familiari, il silenzio permissivo e l’impunità latente sono i mezzi migliori per provocare rivolte.

Non dimentichiamoci che la povertà che colpisce i giovani è una violenza.

Di fronte a questa situazione, l’educazione alla pace e alla riconciliazione rappresenta un’urgente necessità laddove i consacrati lavorano con i giovani. Spetta a noi consacrati proporre ai giovani l’aspetto migliore della società contemporanea.

Proponiamo quindi al Sinodo:

- che tutte le strutture ecclesiastiche stabiliscano un programma per la gestione dei conflitti dando nuova dinamicità al metodo dell’azione cattolica (VEDERE-RIFLETTERE-AGIRE);

- che vengano istituiti servizi di ascolto nei quali i consacrati, formati alle tecniche di ascolto attivo, siano disponibili ad accogliere i giovani che sentono il bisogno di confessarsi;

- che le congregazioni religiose in comunione con la Chiesa locale costituiscano strutture volte a facilitare l’inserimento professionale dei giovani nonché il loro accesso al lavoro e a stipendi appropriati, attraverso una formazione professionale adeguata, un accompagnamento individuale e una mobilitazione degli attori pubblici, privati e sociali coinvolti;

- che le nostre istituzioni educative promuovano un programma di educazione ai valori fondato sui nostri valori culturali.








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