2009-10-14 15:52:59

Filippine: per la polizia padre Sinnott è tenuto prigioniero dal Fronte islamico Moro


Padre Michael Sinnott, 79.enne missionario rapito lo scorso 10 ottobre nel sud delle Filippine, è stato consegnato al Fronte islamico Moro. Ad affermarlo è Angelo Sunglao, capo della polizia a Zamboanga, secondo cui "il sacerdote e i suoi rapitori sono arrivati ieri nella città di Sultan Naga Dimaporo". In un primo momento il portavoce del Fronte islamico Moro aveva negato qualsiasi coinvolgimento nel sequestro, mostrandosi disponibile a collaborare per il rilascio del missionario. "Non sappiamo chi ci sia dietro – ha affermato Eid Kabalu – ma ciò che conta è la nostra disponibilità a cooperare". Il generale Ben Dolorfino ha affermato inoltre che il sacerdote sarebbe stato ferito alla testa al momento del sequestro. Alla dichiarazione del generale, ripresa dall'agenzia di stampa Adnkronos, si aggiungno anche notizie di presunti avvistamenti del missionario. Fino ad oggi, padre Sinnott sarebbe stato visto almeno tre volte dopo il rapimento. Fonti di AsiaNews a Mindanao, anonime per motivi di sicurezza, sottolineano che la situazione è “molto delicata” ed è necessaria “estrema cautela” e “massimo riserbo” per ottenere il rilascio del sacerdote. Nel frattempo, si moltiplicano gli appelli per la sua liberazione. Mons. Angel Lagdameo, presidente della Conferenza episcopale filippina, chiede ai rapitori di rilasciare l’ostaggio per motivi umanitari e per le precarie condizioni di salute del sacerdote. Padre Sinnott è stato di recente operato al cuore e ha bisogno di assumere medicine quotidianamente. La speranza è che sia liberato nel più breve tempo possibile. Si teme, infatti, che le sue condizioni di salute possano ulteriormente aggravarsi. “Invitiamo i fedeli a pregare – sottolinea mons. Angel Lagdameo – per la salute di padre Sinnott e perché venga liberato”. Un'altra fonte di preoccupazione – spiega alla Misna il direttore della società di San Colombano, padre Patrick O’Donoghue - riguarda "le condizioni meteorologiche" poichè a Mindanao "sta piovendo con intensità e padre Michael non è nelle condizioni di stare all’aperto per molto tempo". Al coro di voci che chiedono la liberazione di padre Sinnott si aggiunge anche l’appello di padre Angel Calvo, presidente di Peace Advocates Zamboanga, associazione impegnata nel dialogo fra cristiani e musulmani: "È un altro attentato alla sacralità della vita umana contro l’ordine democratico che impone di vivere in modo dignitoso, in piena sicurezza e nella pace". “Padre Sinnott - afferma infine alla Fides il vescovo di Pagadian, mons. Emmanuele Cabajar - è un uomo di pace. Imploriamo i rapitori perché lo rilascino subito e lo trattino con compassione, date le sue precarie condizioni di salute”. "La nostra priorità oggi – spiega il presule – è cercare di fargli recapitare le medicine di cui ha bisogno per la sua vita. Stiamo tentando in tutti i modi di stabilire un canale con i sequestratori". "Intanto chiediamo a tutti i fedeli di pregare per la sua salvezza. Tutta la comunità della diocesi si è mobilitata: nelle parrocchie, nella scuole, nelle associazioni cattoliche si prega per il missionario. Speriamo nella protezione dell’Altissimo e confidiamo nella forza della preghiera". Dal 1993, almeno 15 fra sacerdoti e pastori protestanti sono stati rapiti a Mindanao. Tra questi, otto sono stranieri e sette di nazionalità filippina. (A.L.)







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