2009-10-13 13:02:31

Intervento di Mons. Krikor-Okosdinos COUSSA, Vescovo di Iskanderiya degli Armeni (EGITTO)


S. E. R. Mons. Krikor-Okosdinos COUSSA, Vescovo di Iskanderiya degli Armeni (EGITTO)

Vorrei rendervi partecipi della testimonianza data dalla Chiesa armena, che dal genocidio del 1915 è presente in tutto il mondo nella sua diaspora.
Nel 1915 gli ottomani, spinti da gelosia, hanno massacrato il popolo armeno presente nella grande Armenia e nella piccola Armenia (Turchia). Un milione e mezzo di persone sono morte in questo genocidio.
Gli armeni sono partiti disperdendosi prima in Medio Oriente, poi nel mondo intero. Ovunque si sia stabilita, la Chiesa armena è stata accolta e ha portato con sé la sua lingua, la sua fede, le sue tradizioni e la sua cultura.
Nel 2001 abbiamo celebrato i 1700 anni del battesimo dell’Armenia e papa Giovanni Paolo II ha beatificato l’arcivescovo di Mardine, Ignazio Maloyan, il quale, alla testa del suo popolo, ha dato la vita per non rinnegare la fede in Cristo.
In questo momento in cui si svolge il sinodo, vale a dire 94 anni dopo quel massacro, in seguito all’appello di Cristo di perdonare i propri nemici, i dirigenti dello stato armeno e i capi delle Chiese in Armenia (cattolica, ortodossa ed evangelica) compiono un atto pubblico di perdono nei confronti dei turchi. Lo compiamo domandando ai turchi di riconoscere il genocidio, di rendere omaggio ai martiri e di concedere agli armeni i loro diritti civili, politici e religiosi.
Il cammino di riconciliazione tra i due stati è già stato intrapreso.
Per questo, faccio appello ai dirigenti politici, affinché sostengano il nostro andare verso i turchi, con la Chiesa universale e la Chiesa africana nel bisogno.







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