2009-10-12 15:03:57

Il cardinale Rodé: la Chiesa cattolica è viva in Romania


Nei giorni scorsi il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, ha presieduto, come Inviato Speciale di Benedetto XVI, i festeggiamenti a conclusione del Millennio dell’Arcidiocesi di Alba Iulia, nella regione romena della Transilvania. Fondata nel 1009 da Santo Stefano, re d’Ungheria, l’arcidiocesi di Alba Iulia conta oggi oltre 440 mila fedeli.  Ma ascoltiamo il cardinale Rodé al microfono di Romilda Ferrauto:RealAudioMP3

R. – Alba Iulia è una diocesi cha ha mille anni, con tutte le prove, le persecuzioni, le difficoltà che ha conosciuto in questi mille anni, ma possiamo dire che è una diocesi che fino ad oggi è sempre rimasta fedele. La festa è stata una grande manifestazione di fede. Quello che mi ha colpito è stata la folla enorme, la cattedrale poteva forse contenere il dieci per cento dei presenti, tutto il resto era davanti al Duomo e la partecipazione dei fedeli è stata di una intensità che mi ha colpito.

 
D. – Come mai una tale festa? I cattolici in Romania sono minoritari, anche un po’ marginalizzati…

 
R. – La Romania è un Paese a maggioranza ortodossa che ha dei rapporti con la Chiesa cattolica non sempre facili e questo crea certamente un clima non proprio di grande fraternità. Ma da parte sua, la Chiesa cattolica fa quello che può per normalizzare questi rapporti. Del resto loro distinguono molto bene: i cattolici latini non sono un problema per gli ortodossi, lo sono piuttosto i cattolici di rito orientale uniti a Roma. Comunque il vescovo ortodosso, Sua Beatitudine Andrei, era presente, e il governo è stato rappresentato dal ministro della Cultura e da vari altri.

 
D. - Lei ha ricordato la sofferenza dei cattolici di Romania: qual è stato il suo messaggio per loro?

 
R. – Il messaggio che ho voluto portare a questa gente era soprattutto manifestare la vicinanza e l’amore del Santo Padre per questa Chiesa provata, che durante l’epoca del comunismo ha sofferto molto e ho rilevato nella mia omelia anche la grande figura del vescovo cattolico latino di Alba Iulia, mons. Aron Marton, il cui processo di beatificazione è in corso. Un vescovo che ha passato anni e anni nelle carceri comuniste e poi è morto nella sua residenza, una residenza coatta. L’impressione generale che mi ha fatto questo grande raduno ecclesiale è di una fede molto forte, una fede viva e profonda e qui si vede l’influenza profonda che il Vangelo ha avuto su questo popolo: il Vangelo come fonte di civiltà con un’influenza profonda sulla vita e sui costumi della gente.







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