2009-10-11 14:02:41

Intervento di Mons. Zacchaeus OKOTH, Arcivescovo di Kisumu (KENYA)


S. E. R. Mons. Zacchaeus OKOTH, Arcivescovo di Kisumu (KENYA)

La salvezza e la riconciliazione vengono da Dio, senza il Vangelo non si ottiene nulla. Di solito, come ben sappiamo, la natura umana senza la grazia di Dio è vendicativa ed è strano immaginare che le molte tribù del Kenia si salterebbero nuovamente alla gola in futuro, alla prima occasione di antagonismo, se la salvezza e la riconciliazione non diventano una priorità.
Il nostro paese, il Kenia è stato lacerato, i vicini si sono messi contro i vicini, le figlie contro i padri, i fratelli contro i fratelli, le madri contro i figli, le tribù contro le tribù. In breve le persone hanno combattuto, sono morte, donne e ragazze sono state violentate, i possedimenti si sono persi, i risparmi e gli investimenti sono andati in fumo nel giro di pochi giorni se non di ore. Questo susseguirsi di tragici, intenzionali e sfrenati stermini, voluti e perpetrati da frange di popolazione, sono ancora freschi nella memoria.
La Chiesa in Kenia avverte profondamente la necessità di offrire un chiaro orientamento nel processo di riconciliazione. La Bibbia e il magistero della Chiesa sono i fari del processo di riconciliazione. È la fede che offre ciò che Gesù chiama i nuovi principi, più elevati di quelli passati (cfr Mt 5, 20-48). La riconciliazione deve essere un processo di risanamento dell’intollerabile odio e può essere ottenuta in cinque fasi:
- Riconoscere i peccati, le cattive azioni e gli insulti, pienamente e senza scuse.
- Dolersi e proporsi di non ripeterli in futuro.
- Pentirsi liberamente dal profondo del proprio essere.- Confessarli apertamente e sentire il rimorso.
- Riparare al male fatto e al danno che abbiamo arrecato a noi stessi, alla comunità, all’ambiente e a Dio.







All the contents on this site are copyrighted ©.