Festa nella Chiesa universale arricchita di cinque nuovi santi, proclamati oggi da
Benedetto XVI: il dono della santità chiede di vivere controcorrente secondo il Vangelo
Giornata di festa oggi per la Chiesa universale arricchita di cinque nuovi santi,
proclamati stamane dal Papa, che ha presieduto nella Basilica di San Pietro, affollata
di pellegrini di tutto il mondo, la solenne Messa per la canonizzazione dei beati
Sigismondo Felice Feliński, Francesco Coll y Guitart, Damiano de Veuster, Rafael Arnáiz
Barón, Giovanna Maria Della Croce. Chi accetta “il dono della santità” - ha sottolineato
il Papa - sceglie di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo. All’Angelus
Benedetto XVI ha pregato perché il mondo non assista più alla tragedia di un attacco
nucleare. Il servizio di Roberta Gisotti.
‘Vieni
e seguimi!’ è l’invito di Gesù. “Ecco la vocazione cristiana - ha spiegato Benedetto
XVI - che scaturisce da una proposta di amore del Signore, e che può realizzarsi solo
grazie a una nostra risposta di amore”.
“I santi accolgono quest'invito
esigente, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto.
La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste
nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente
vivendo secondo il Vangelo”.
E, così hanno fatto i cinque santi proclamati
oggi. Sigismondo Felice Feliński, fondatore della Congregazione delle Francescane
della Famiglia di Maria, “testimone della fede e della carità pastorale – ha ricordato
il Santo Padre – in tempi molto difficili per la nazione e la Chiesa in Polonia”,
esiliato nel 1863 dopo l’annessione russa, per vent’anni in Siberia, “senza poter
fare più ritorno nella sua diocesi”. Incrollabile la sua fiducia nella Divina Provvidenza,
sempre invocando Dio di proteggerci non dalle tribolazioni e preoccupazioni di questo
mondo ma di moltiplicare l’amore dei nostri cuori.
“Dziś jego ufne
i pełne miłości oddanie Bogu...
Oggi il suo donarsi a Dio e agli uomini, pieno
di fiducia e di amore, - ha sottolineato il Papa - diventa un fulgido esempio per
tutta la Chiesa.”
Così anche il sacerdote spagnolo Francesco Coll Y
Guitart, fondatore nel 1856 della Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione
della Beata Maria Vergine, “per dare ai bambini e ai giovani un’educazione integrale”,
patì anch’egli le leggi antiecclesiastiche dell’epoca nel suo Paese che lo costrinsero
a lasciare il convento, pure restando fedele ai suoi voti per tutta la vita.
“Su
pasión fue predicar, en gran parte de manera itinerante...
La sua passione
– ha rammentato il Papa - fu predicare, in gran parte in modo itinerante e seguendo
la forma della ‘missione popolare’, con il fine di annunciare e ravvivare nel popolo
e nei cittadini della Catalogna la Parola di Dio, aiutando cosi la gente all’incontro
profundo con Lui”.
Missionario belga tra gli esclusi nelle isole Hawaii,
fu invece Damiano de Veuster, religioso della Congregazione dei sacri Cuori di Gesù
e Maria, vissuto anch’egli nella seconda metà dell’Ottocento.
“Non
senza paura e ripugnanza, - ha detto Benedetto XVI - fece la scelta di andare nell’Isola
di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano là, abbandonati da tutti; così
si espose alla malattia della quale essi soffrivano. Con loro si sentì a casa”.
"Il
nous invite à ouvrir les yeux sur les lèpres …
Egli ci invita ad aprire gli
occhi sulle lebbre che sfigurano l’umanità dei nostri fratelli, e ci chiedono ancora
oggi più che la nostra generosità, la carità della nostra presenza servile.”
Particolare
attrattiva per “i giovani che non si accontentano con poco, quando aspirano alla piena
verità e alla più indicibile allegria, che si raggiunge con l’amore di Dio, riveste
la figura di Fratel Rafael Arnáiz Barón, oblato dell’Ordine cistercense, vissuto nel
secolo scorso. Giovane esuberante e intelligente, di famiglia benestante, che scelse
la vita monastica lottando contro il diabete fino alla morte a soli 27 anni.
“Vida
de amor... He aquí la única razón de vivir…
Una vita di amore… è l’unica ragione
di vivere”, diceva Fratel Rafael, e insistendo “Dall’amore di Dio tutto deriva”.
Ultima
dei cinque beati canonizzati, Giovanna Maria Della Croce, nata nel 1792 nella Bretagna
francese, fondatrice delle Piccole Sorelle dei Poveri, dedicate al servizio delle
persone anziane più povere.
“Son charisme est toujours d’actualité,
alors que tant de personnes âgées souffrent…
Il suo carisma - ha detto Benedetto
XVI - è tutt’oggi d’attualità, allorchè tante persone anziane soffrono di molteolici
povertà e di solitudine, a volte perfino abbandonati dalle loro famiglie".
Infine
l’auspicio di Benedetto XVI che gli esempi luminosi di questi cinque santi possano
guidare la nostra esistenza, perché diventi « un cantico di lode all’amore di Dio ».
Al
termine della celebreazione eucaristica, prima della recita dell’Angelus, il Papa
si è rivolto alle migliaia di fedeli nella piazza, ha ricordato la prossima Giornata
mondiale del rifiuto della miseria, ed ha salutato in particolare il gruppo di sopravvissuti
all’attacco nucleare di Hiroshima e Nagasaki.
"I pray that the world
may never again …
Prego – ha detto - che il mondo mai più possa essere testimone
di tale massiva distruzione di innocenti vite umane".
"La Vergine Maria
- ha concluso Benedetto XVI - è la stella che orienta ogni itinerario di santità".