2009-10-10 15:14:05

Mons. Follo all'Unesco: la cultura sia legata alla verità


Uno dei compiti dell’Unesco è far comprendere che “una cultura vive in interazione con le altre”, ma l’interculturalità, per essere autentica, deve permettere di essere fedeli a ciò che di meglio c’è nel passato, per cercare di costruire un futuro positivo per l’uomo e per lo Stato. Intervenendo all’Assemblea dell’Unesco, mons. Francesco Follo ha spiegato che la cultura è il collegamento fra verità e Stato, è quella che permette agli uomini di vivere assieme in una comunità, e al contempo porta con sé i valori. Per questo la cultura non è un lusso che appartiene soltanto alle economie più avanzate, ma esiste laddove gli uomini si preoccupano di cercare la verità. Perché da un lato significa educazione, insegnamento, ma dall’altro apertura di spirito, una forma di umiltà che accetta la ricchezza dell’altro. La risposta alla domanda “che cos’è l’uomo”, ha detto poi mons. Follo, deve oltrepassare tutte le barriere culturali senza ignorarle. E sta tutta nella verità. Bisogna colmare la separazione fra scienza e umanità, fra cultura in generale e cultura scientifica. Così noi siamo esseri umani perché abbiamo avuto il diritto di nascere. Per questo ogni diritto dell’uomo si basa sul rispetto dell’uomo nella sua totalità, dal concepimento alla morte naturale. Una cultura non si può dire nobile se non riconosce all’uomo i diritti che sono legati alla verità del suo essere. Perché, come ha scritto Benedetto XVI, “l’uomo è sempre al di là di ciò che si vede o che se ne percepisce attraverso l’esperienza”. (A cura di Valentina Fizzotti)RealAudioMP3







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