Intervento di Mons. Peter J. KAIRO, Arcivescovo di Nyeri (KENYA)
S. E. R. Mons. Peter J. KAIRO, Arcivescovo di Nyeri (KENYA)
I nomadi
vivono e sono attivi da secoli in 52 diocesi dei paesi dell’AMECEA; sono presenti
anche in Africa Occidentale e nel Nord Africa. Talvolta hanno causato e dato inizio
a conflitti armati a causa della carenza di acqua e di pascoli, soprattutto durante
i periodi di siccità.
La Chiesa deve promuovere il dialogo tra queste diverse
tribù, dove il ruolo degli anziani è molto importante visto che i guerrieri non possono
fare scorrerie senza la loro benedizione.
Il governo dovrebbe impegnarsi anche
a realizzare pozzi e dighe nelle zone aride. Le strutture sanitarie ed educative dovrebbero
anche essere offerte e promosse fra i pastoralisti. La commissione giustizia e pace
dovrebbe fornire al popolo nomade un’educazione sui diritti umani. I genitori dovrebbero
essere incoraggiati a educare le figlie femmine.
Nelle parrocchie di quest’area
diventa estremamente difficile per il sacerdote dedicare un’attenzione pastorale adeguata
alla gente. Pertanto, i nomadi che si spostano spesso rimangono indietro rispetto
alle comuni attività parrocchiali tradizionali. Occorre che la Chiesa metta in atto
nuove forme di evangelizzazione e di attenzione pastorale per la popolazione nomade.
Ciò dovrebbe includere la nomina di sacerdoti nomadi, di coordinatori pastorali nomadi
e di catechisti nomadi, nonché scuole mobili, assistenza sanitaria per i pastori e
centri ecclesiali mobili.
Si propone anche che nella nostra Chiesa cattolica
vi siano un impegno nelle strutture sopra-diocesane e rapporti al di sopra dei confini,
al fine di mettere in atto iniziative di pace da entrambe le parti dei confini e al
di là del territorio delle diocesi. Possono essere utili anche gli incontri regolari
del coordinatore pastorale dell’apostolato dei nomadi delle diocesi e dei paesi confinanti,
come pure l’attuazione di strategie comuni che dimostrino la solidarietà umana e l’unità
cristiana.