2009-10-10 15:59:57

Accordo storico tra Turchia e Armenia per l'avvio di relazioni diplomatiche


Oggi a Zurigo storica firma dell’accordo per l'avvio di rapporti diplomatici e commerciali tra Turchia e Armenia. L’intesa, raggiunta con la mediazione della Svizzera, rappresenta un punto di partenza decisivo per la soluzione dei contrasti sulla questione del genocidio armeno del 1915 - come denuncia Ierevan - avvenuto per mano delle milizie ottomane e che la Turchia nega, e la disputa sulla regione di confine del Nagorno-Karabakh. Sull’importanza di questo accordo, Giancarlo La Vella ha raccolto il parere di Fulvio Scaglione, vicedirettore di “Famiglia Cristiana”:RealAudioMP3

R. – La questione del genocidio degli armeni non riguarda solo i rapporti tra due Stati che in questo momento, con questo accordo, si riconoscono e riprendono le relazioni diplomatiche. Questa questione è molto più ampia. Riguarda per esempio i rapporti tra cristiani e musulmani, perché la Turchia è un Paese musulmano e gli armeni sono cristiani. Riguarda per esempio tutti gli approvvigionamenti di gas che passano da quell’area e arrivano verso l’Europa, quindi gas e petrolio. Riguarda i rapporti tra il nord e il sud dell’Asia centrale, in particolar modo tra la Russia e la Turchia. Insomma potenzialmente può essere di balsamo a tante questioni storicamente difficili.

 
D. - La Turchia potrà arrivare a riconoscere il genocidio denunciato dagli armeni?

 
R. - Il disaccordo tra i due Paesi largamente, in gran parte, fondato su questo contrasto storico, cioè sul disconoscimento della persecuzione degli armeni che - non dimentichiamolo - fu duplice: quella dell’aprile 1915 quando - secondo alcune fonti - i turchi sterminarono addirittura due milioni di armeni, e quella del 1894-1896, allorché ci fu un’ondata di pogrom antiarmeni in cui morirono 50 mila persone. Quindi è una cosa molto forte e che comunque non può essere limitata ad un solo tragico momento ma proprio ad una questione ben precisa di rapporti tra una maggioranza musulmana e una minoranza cristiana.

 
D. - E’ una Turchia nuova quella che firma l’accordo con l’Armenia? Sullo sfondo c’è sempre l’obiettivo dell’ingresso nell’Unione Europea?

 
R. - Io non so quanto l’obiettivo dell’ingresso nell’Unione Europea sia ancora così presente agli occhi di chi governa oggi la Turchia perché mi sembra che l’Europa sia assai poco incline e lo faccia capire in ogni modo. Ma, intanto, vedo una Turchia sempre più convinta del proprio ruolo internazionale e quindi sentendosi forte è capace di fare anche passi impegnativi, perché per l’opinione pubblica turca la questione del genocidio degli armeni è una questione ancora scottante: è vietato dalla legge turca riconoscerlo come tale e infatti per esempio il premio nobel Orhan Pamuk è sotto processo in questo momento proprio per averne accennato in un’intervista a un giornale svizzero.

 
D. – Dimenticare per gli armeni sarà facile?

 
R. – Io credo che gli armeni non dimenticheranno mai. Credo però anche che nessun popolo può vivere inchiodato al proprio passato, alle proprie anche giuste rivendicazioni, e ci sono anche gli armeni di oggi e gli armeni di oggi hanno bisogno di un Paese con confini internazionalmente riconosciuti ma anche praticabili e il blocco dei confini tra Turchia e Armenia era dannoso per la Turchia che non poteva approfittare di relazioni internazionali per sviluppare tutta una parte del proprio territorio ma era disastroso per l’Armenia. L’Armenia da questo accordo non può che guadagnare in termini di sviluppo e di apertura al resto del mondo.







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