Mons. Tomasi all’Onu: tutelare la libertà di religione con norme adeguate
La libertà di religione “implica la tutela del diritto di ognuno a scegliere, professare
e diffondere, individualmente o collettivamente, un credo secondo la propria coscienza
… con il dovere corrispondente degli Stati di tutelare questo diritto umano fondamentale
per mezzo di un corretto sistema legale”: è quanto ha affermato mons. Silvano Tomasi,
osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, alla XII sessione ordinaria
del Consiglio dei diritti dell’uomo che si è svolta il 30 settembre scorso a Ginevra.
Nel suo intervento mons. Tomasi ha voluto ricordare quanto detto da Benedetto XVI
il 18 aprile del 2008 a New York, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ribadendo
che “i diritti collegati con la religione sono quanto mai bisognosi di essere protetti
se vengono considerati in conflitto con l’ideologia secolare prevalente o con posizioni
di una maggioranza religiosa di natura esclusiva”, che “non si può limitare la piena
garanzia della libertà religiosa al libero esercizio del culto” e che “deve essere
tenuta in giusta considerazione la dimensione pubblica della religione e quindi la
possibilità dei credenti di fare la loro parte nella costruzione dell’ordine sociale”.
Per l’osservatore permanente “è necessaria una nuova mentalità che tenga conto del
crescente pluralismo nella maggior parte delle società e dell’interconnessione di
un mondo globalizzato” di fronte alle “manifestazioni di intolleranza sempre più frequenti
che minano i diritti delle persone di ogni religione e credo” e alle minoranze religiose
che “vengono discriminate del mondo”. Secondo mons. Tomasi anche i mezzi di comunicazione
possono contribuire ad una “consapevolezza maggiore della dignità e dei diritti umani
della persona”, invece spesso, “ignorano ed emarginano la dottrina religiosa”. Quanto
agli utenti “devono evitare la condivisione di parole e immagini che denigrano gli
esseri umani, fomentano odio e intolleranza e sfruttano i deboli”, ha detto inoltre
mons. Tomasi che ha incoraggiato le iniziative di dialogo “per promuovere la comprensione
reciproca, sostenere la libertà di religione, di credo e di coscienza”. (A cura
di Tiziana Campisi)