L’appello di mons. Migliore all’Onu: la comunità internazionale si impegni per
un mondo libero dalle armi e dalla droga
Anche in un anno di crisi economica, come il 2008, le spese militari sono aumentate
del 4 per cento: è la denuncia dell’arcivescovo Celestino Migliore, che intervenendo,
ieri, alla 64.ma Assemblea generale dell’Onu ha esortato la comunità internazionale
a rispondere alle aspettative di tutti i popoli per un mondo finalmente senza armi.
Sempre ieri, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu ha tenuto un discorso
al Palazzo di Vetro sulla prevenzione, riduzione e soppressione dell’uso illecito
della droga. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La società
civile, le organizzazioni umanitarie e soprattutto quanti soffrono a causa dei conflitti
armati sperano di vedere un mondo libero dagli armamenti nucleari e in cui il commercio
delle armi sia strettamente controllato: è il vibrante appello lanciato dall’arcivescovo
Celestino Migliore alla riunione del primo comitato dell’Assemblea generale dell’Onu
sul disarmo e la sicurezza internazionale. Tutti i popoli, ha aggiunto, “vogliono
vedere un mondo in cui educazione, cibo, salute e acqua siano più accessibili delle
armi illecite”. Ha quindi denunciato che, mentre sono sempre più lontani gli Obiettivi
di Sviluppo del Millennio, nell’anno 2008 - nel pieno della crisi economica - le spese
militari sono aumentate del 4 per cento, ammontando a quasi 1500 miliardi di dollari.
L’osservatore vaticano ha così indicato nel multilateralismo lo strumento adatto per
ridurre le spese militari e promuovere il disarmo in vista di una sicurezza progressivamente
demilitarizzata. A tal riguardo, mons. Migliore ha espresso
apprezzamento per il recente Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul disarmo e la non
proliferazione nucleare, tenutosi il 24 settembre scorso. Ed ha accolto positivamente
il nuovo clima politico promosso dai principali protagonisti del disarmo, citando
in particolare l’adozione di una nuova Convenzione sulle armi a grappolo. Al tempo
stesso, ha però ricordato che dopo 13 anni il Trattato per il bando dei test nucleari
non è ancora entrato in vigore, ed ha lamentato che alcuni protagonisti internazionali
hanno scelto di non approvare gli strumenti per bandire le mine anti-uomo. Infine,
ha ribadito la posizione della Santa Sede in favore di un Trattato sul commercio delle
armi. Queste, è stato il suo richiamo, "non possono essere considerate come qualsiasi
altra merce scambiata nei mercati regionali e nazionali”. Ed ha concluso: “lo stoccaggio
eccessivo e il commercio indiscriminato” di armi “non può essere moralmente giustificato
in nessun modo”. L’arcivescovo Migliore è anche intervenuto
ieri al Terzo comitato dell’Assemblea generale dell’Onu sul controllo internazionale
della droga. Il presule ha subito sottolineato che la droga continua ad essere un
ostacolo allo sviluppo economico, politico e sociale degli individui e delle nazioni.
Ha così affermato che la Santa Sede chiede alla comunità internazionale di “proteggere
la salute e la dignità delle persone, prevenendo l’uso pericoloso di droghe e alleviando
la sofferenza di chi è tossico-dipendente”. Mons. Migliore ha rilevato che proprio
le popolazioni più povere sono le più vulnerabili agli effetti devastanti del commercio
di droga. Per questo, ha espresso sostegno per quei programmi che forniscono alle
famiglie di agricoltori alternative valide alla coltivazione di coca e papavero. A
tutti i livelli, ha detto, c’è bisogno di maggiori sforzi per evidenziare la relazione
causale tra crescita dello sviluppo e sradicamento del commercio illecito di droga. L'osservatore
vaticano si è poi soffermato sull’importanza della famiglia quale pietra angolare
per combattere la droga. Ciò, ha detto, è quanto mai urgente poiché l’abuso di droghe
può indebolire la famiglia, vero fondamento della società, e così facendo può seriamente
destabilizzare la società stessa. E’ nell’ambiente famigliare, ha rilevato, che i
bambini possono apprendere come evitare la droga e le sue devastanti conseguenze.
D’altro canto, il presule ha voluto evidenziare che il traffico di droga è sovente
collegato ad altri mali come la proliferazione delle piccole armi, il crimine organizzato,
il terrorismo e il traffico di persone umane. Quanti cadono preda dell’uso della droga,
ha concluso, hanno bisogno di sostegno da parte della famiglia e della società. Così
come coloro che hanno vinto questa battaglia contro la droga possono essere dei modelli
positivi e diventare “ambasciatori di speranza”.