2009-10-09 13:16:22

L’appello di mons. Migliore all’Onu: la comunità internazionale si impegni per un mondo libero dalle armi e dalla droga


Anche in un anno di crisi economica, come il 2008, le spese militari sono aumentate del 4 per cento: è la denuncia dell’arcivescovo Celestino Migliore, che intervenendo, ieri, alla 64.ma Assemblea generale dell’Onu ha esortato la comunità internazionale a rispondere alle aspettative di tutti i popoli per un mondo finalmente senza armi. Sempre ieri, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu ha tenuto un discorso al Palazzo di Vetro sulla prevenzione, riduzione e soppressione dell’uso illecito della droga. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

La società civile, le organizzazioni umanitarie e soprattutto quanti soffrono a causa dei conflitti armati sperano di vedere un mondo libero dagli armamenti nucleari e in cui il commercio delle armi sia strettamente controllato: è il vibrante appello lanciato dall’arcivescovo Celestino Migliore alla riunione del primo comitato dell’Assemblea generale dell’Onu sul disarmo e la sicurezza internazionale. Tutti i popoli, ha aggiunto, “vogliono vedere un mondo in cui educazione, cibo, salute e acqua siano più accessibili delle armi illecite”. Ha quindi denunciato che, mentre sono sempre più lontani gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, nell’anno 2008 - nel pieno della crisi economica - le spese militari sono aumentate del 4 per cento, ammontando a quasi 1500 miliardi di dollari. L’osservatore vaticano ha così indicato nel multilateralismo lo strumento adatto per ridurre le spese militari e promuovere il disarmo in vista di una sicurezza progressivamente demilitarizzata.
 
A tal riguardo, mons. Migliore ha espresso apprezzamento per il recente Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul disarmo e la non proliferazione nucleare, tenutosi il 24 settembre scorso. Ed ha accolto positivamente il nuovo clima politico promosso dai principali protagonisti del disarmo, citando in particolare l’adozione di una nuova Convenzione sulle armi a grappolo. Al tempo stesso, ha però ricordato che dopo 13 anni il Trattato per il bando dei test nucleari non è ancora entrato in vigore, ed ha lamentato che alcuni protagonisti internazionali hanno scelto di non approvare gli strumenti per bandire le mine anti-uomo. Infine, ha ribadito la posizione della Santa Sede in favore di un Trattato sul commercio delle armi. Queste, è stato il suo richiamo, "non possono essere considerate come qualsiasi altra merce scambiata nei mercati regionali e nazionali”. Ed ha concluso: “lo stoccaggio eccessivo e il commercio indiscriminato” di armi “non può essere moralmente giustificato in nessun modo”.
 
L’arcivescovo Migliore è anche intervenuto ieri al Terzo comitato dell’Assemblea generale dell’Onu sul controllo internazionale della droga. Il presule ha subito sottolineato che la droga continua ad essere un ostacolo allo sviluppo economico, politico e sociale degli individui e delle nazioni. Ha così affermato che la Santa Sede chiede alla comunità internazionale di “proteggere la salute e la dignità delle persone, prevenendo l’uso pericoloso di droghe e alleviando la sofferenza di chi è tossico-dipendente”. Mons. Migliore ha rilevato che proprio le popolazioni più povere sono le più vulnerabili agli effetti devastanti del commercio di droga. Per questo, ha espresso sostegno per quei programmi che forniscono alle famiglie di agricoltori alternative valide alla coltivazione di coca e papavero. A tutti i livelli, ha detto, c’è bisogno di maggiori sforzi per evidenziare la relazione causale tra crescita dello sviluppo e sradicamento del commercio illecito di droga.
 
L'osservatore vaticano si è poi soffermato sull’importanza della famiglia quale pietra angolare per combattere la droga. Ciò, ha detto, è quanto mai urgente poiché l’abuso di droghe può indebolire la famiglia, vero fondamento della società, e così facendo può seriamente destabilizzare la società stessa. E’ nell’ambiente famigliare, ha rilevato, che i bambini possono apprendere come evitare la droga e le sue devastanti conseguenze. D’altro canto, il presule ha voluto evidenziare che il traffico di droga è sovente collegato ad altri mali come la proliferazione delle piccole armi, il crimine organizzato, il terrorismo e il traffico di persone umane. Quanti cadono preda dell’uso della droga, ha concluso, hanno bisogno di sostegno da parte della famiglia e della società. Così come coloro che hanno vinto questa battaglia contro la droga possono essere dei modelli positivi e diventare “ambasciatori di speranza”.







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