2009-10-09 15:04:47

Giornate sociali cattoliche a Danzica. L'intervento del cardinale Tettamanzi


Seconda giornata a Danzica, in Polonia, delle Giornate sociali cattoliche per l'Europa che si svolgono sotto gli auspici della Comece, la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea sul tema "Solidarietà - La sfida per l'Europa". Da Danzica il servizio di Mimmo Muolo, inviato del quotidiano Avvenire.RealAudioMP3

L’Europa del futuro o sarà imperniata sulla solidarietà o avrà gravi problemi. Solidarietà a favore della famiglia, ad esempio, o dei figli e delle future generazioni. Spesso oggetto di attacchi pesantissimi da parte della cultura relativista. E’ il primo punto fermo posto dalle Giornate sociali cattoliche, la cui prima edizione si è aperta ieri a Danzica, città evocativa per molti motivi e in cui la parola solidarietà, solidarnosc in polacco, è praticamente di casa. La solidarietà, ha spiegato, infatti, il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, intervenuto nella sessione inaugurale, "è la miglior cura alla crisi economico-finanziaria che l’Europa e il mondo stanno subendo, ed è l’antidoto ad ogni futura crisi". Dunque la vera solidarietà, ha aggiunto l’arcivescovo di Milano, "non è affatto un ideale astratto, ma un appello ineludibile a farsi carico del bisogno altrui". Questa è dunque "la sfida che attende il continente nell’immediato futuro: un’unione di popoli – ha sottolineato il cardinale – basata su rapporti non soltanto contrattuali, ma fraterni e solidali, in cui ciascuno si lascia interpellare dai diritti altrui assumendoli come propri doveri; una solidarietà nuova da ricercare con pazienza e determinazione, anche al di fuori degli schemi e dei modi consueti". Gli ha fatto eco questa mattina l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, secondo cui la solidarietà va coniugata con l’etica. Solo così lo sviluppo sarà fondato sul bene morale e non su quello materiale. E sarà possibile difendere vita, famiglia e valori non negoziabili. Anche rispetto a certe Risoluzioni del Parlamento di Strasburgo che, come ha denunciato la deputata europea slovacca Anna Zàborskà, "condannano in modo inequivocabile la famiglia naturale a favore di altre forme di vita comune". Una tendenza chiaramente inaccettabile. Così come è inaccettabile che nelle stesse risoluzioni non si parli più di padre e madre, ma genericamente di due gentori, aprendo di fatto la strada anche alle unioni omosessuali. Ma non è questa l'Europa che la gente vuole. E i delegati delle Giornate sociali cattoliche sono qui proprio per ricordarlo a tutti.







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