Crisi in Honduras: i vescovi chiedono una soluzione giusta e pacifica
“E’ urgente una soluzione giusta, pacifica e concordata” scrivono i vescovi della
Conferenza episcopale dell’Honduras in una dichiarazione resa pubblica ieri sera al
termine di una plenaria dedicata ad analizzare la grave e delicata situazione del
Paese che, nella sua fase più acuta e conflittuale, si trascina dal 28 giugno, giorno
in cui è stato deposto il presidente Manuel Zelaya. I presuli intendono seguire con
particolare attenzione i numerosi tentativi di dialogo tra Zelaya e il governo ad
interim di Roberto Micheletti, in particolare i colloqui in corso dal 7 ottobre con
la mediazione di numerosi organismi internazionali, regionali e governi latinoamericani.
“Si tratta - ricordano i vescovi - di trovare uno sbocco costruttivo alla crisi politica
che vive il Paese” e perciò offrono tutto il loro sostegno alla “pedagogia del dialogo
sincero che cerca con diligenza di trovare la soluzione migliore per tutti nella carità
e nella verità”. Con le parole di Benedetto XVI, i presuli chiedono a chi è coinvolto
nel negoziato di agire in modo tale che “superando le tendenze particolariste, ognuno
si sforzi di cercare la verità e di perseguire con tenacia il bene comune: è questa
la condizione per assicurare una convivenza pacifica e un'autentica vita democratica!”
(Angelus del 12 luglio 2009). Rilevando l’importanza del contributo dell’Unione Europea
e dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), la Chiesa honduregna ricorda che
“il popolo ripone molte speranze in questo dialogo nazionale” e perciò tali aneliti
“non possono essere frustrati poiché ciò comporterebbe una grande delusione nonché
crescenti tensioni sociali e personali”. Per la Conferenza episcopale occorre che
il dialogo sia rispettoso e sincero e quindi si allontani qualsiasi tentazione violenta
sia fisica che verbale. Questo dialogo, sottolineano i presuli, “non può essere ridotto
solo ad una tecnica per risolvere i conflitti deve avere anche e soprattutto una dimensione
etica perché implica atteggiamenti morali e deve stare al servizio del bene, della
giustizia e della verità”. “Quindi coloro che si siedono a dialogare hanno una grave
responsabilità davanti a Dio e alla società”. Per i responsabili dei negoziati in
corso, i vescovi chiedono a Dio “saggezza, capacità di ascolto, sensibilità sociale
e spirito di discernimento” e rinnovano il loro appello alla preghiera di tutti per
sostenere questa possibile soluzione a tanta sofferenza, incertezza e scoraggiamento.
Prima di concludere, i presuli dell’Honduras precisano: “Siamo consapevoli del fatto
che un accordo politico non sia la soluzione totale dei gravi problemi che colpiscono
l’Honduras, ma almeno potrebbe dare al Paese le condizioni istituzionali adatte per
far fronte a queste sfide nella cornice di un piano organico, con la partecipazione
di tutti secondo il criterio della sussidiarietà e con un stile nuovo nella gestione
della cosa pubblica”. I presuli si congedano rinnovando lo steso appello contenuto
nella loro dichiarazione del marzo scorso: “E’ ora di fare del bene comune lo scopo
principale”. (A cura di Luis Badilla)