2009-10-08 14:50:37

Un predicatore domenicano fra i nuovi santi che saranno proclamati domenica da Benedetto XVI


Si deve a lui la fondazione della Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione della Beata Maria Vergine nel 1856. Francesco Coll y Guitart, spagnolo, tra i Beati che domenica il Papa canonizzerà a Roma in Piazza San Pietro, era un sacerdote domenicano. E’ vissuto nel periodo delle leggi antiecclesiastiche che lo hanno costretto a lasciare il convento, cosa che non gli ha impedito di rimanere fedele ai voti per tutta la vita predicando il Vangelo. Ma che cosa ha reso santo Francesco Coll? Lo spiega il postulatore della causa di canonizzazione, il domenicano padre Vito Tomás Gómez, al microfono di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

R. – Io direi una fedeltà assoluta al Vangelo, una fedeltà assoluta alla vocazione domenicana ricevuta misteriosamente, perché lui era uno studente di filosofia al seminario di Vic, nella provincia di Barcellona, e una persona sconosciuta si è avvicinata e gli ha detto: “Tu Coll dovresti farti domenicano”. Mai aveva pensato ad una simile scelta, ma per tre anni non ha avuto altro nella sua mente. Così ha chiesto l’ingresso nel convento domenicano di Gerona; ma non ancora sacerdote, appena ordinato diacono, fu cacciato via dal convento. Non soltanto lui, tutti i religiosi della Spagna hanno sofferto le conseguenze delle leggi esclaustratorie. Francesco Coll ha vissuto questa vocazione domenicana senza convento e senza abito perché perfino l’abito religioso era proibito in Spagna.

 D. – Quale messaggio vuole dare Francesco Coll ai giorni nostri?

 R. – La fedeltà alla vocazione ricevuta dal Signore. Infatti, è il Signore che chiama. Lui ha sentito questa chiamata alla vita religiosa come predicatore nel servizio generoso alla Parola di Dio e ha corrisposto, ha dato il suo contributo all’evangelizzazione in circostanze veramente difficili, perché lungo la sua vita è stato un religioso con professione solenne fino alla morte. Ha osservato fedelissimamente le costituzioni professate. Dunque un messaggio di evangelizzazione, un messaggio di fedeltà che diventa veramente eroico, un impegno missionario nell’apertura al mondo intero. Aveva molto a cuore l’evangelizzazione sia dell’Europa, sia dell’America, sia dell’Africa, sia dell’Asia. Il mondo intero era il suo campo per propagare, per predicare il Vangelo.







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