2009-10-08 15:27:18

Indonesia: aumenta il pericolo epidemie. Il vescovo di Padang tra i terremotati


704 morti, 295 dispersi, oltre 3 mila sfollati, più 200 mila le case e le strutture commerciali crollate. E’ questo, secondo il governo indonesiano, il bilancio ufficiale del terremoto di magnitudo 7,6 che, il 30 settembre scorso, ha devastato l’isola di Sumatra. Ad una settimana dal sisma le autorità hanno iniziato la disinfestazione degli edifici, per prevenire la diffusione di epidemie. Già ieri avevano interrotto le ricerche dei superstiti per concentrare gli sforzi sui programmi di assistenza medica e non solo ai senza tetto. Elicotteri dell’esercito sono impegnati nel trasporto di generi di prima necessità, cibo e acqua nelle zone più isolate; le operazioni di soccorso sono però ostacolate dalle abbondanti piogge, che cadono sull’isola da alcuni giorni.  Il comando Usa del Pacifico ha inviato due veicoli dell’esercito carichi di aiuti e materiale per un ospedale da campo a Padang, capace di ospitare fino a 400 persone al giorno. Dal canto suo mons. Martinus Dogma Situmorang, vescovo di Padang, ringrazia per gli aiuti ai “fratelli e sorelle” delle zone colpite dal terremoto, ma il pensiero va all’immediato futuro, alla ricostruzione in un clima di comune “compassione”, perché in uno scenario di totale devastazione “ho visto - ha detto - qualcosa di buono nella società”. All’indomani del sisma, il prelato ha visitato l’area e racconta del “buio totale”, della “mancanza di elettricità, eccettuate alcune zone che disponevano di generatori”. Egli sottolinea la “forte e grande compassione fra le persone”, tra cui il “lavoro dei volontari” e i centri di assistenza “allestiti in breve tempo”; questi aspetti lo hanno “toccato nel profondo”, perché in uno scenario di “tale devastazione, ho visto qualcosa di buono nella società”. Il vescovo di Padang - riferisce l'agenzia AsiaNews - conferma la morte di “dozzine di cattolici” e il lavoro “frenetico di dottori e infermiere nell’ospedale cattolico di Yos Sudarso, a Padang”, che ha supplito all’emergenza mettendo a disposizione la propria sala operatoria, perché le strutture governative RS M. Jamil e RS Pusat Daerah “erano totalmente paralizzate”. All’opera del personale sanitario si aggiungono gli sforzi compiuti dalla Caritas indonesiana, che “sta facendo di tutto per aiutare le vittime”, senza distinzioni di”etnia o credo religioso”. Numerosi edifici cattolici a Padang hanno riportato seri danni fra cui lo stesso ospedale, la cattedrale – i tecnici valuteranno se avviare la messa in sicurezza o costruire una nuova chiesa – diverse scuole, la casa pastorale, il monastero e l’annessa cappella, la curia vescovile. (C.S.)







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