Sono numerose le iniziative oggi in programma in occasione della Giornata Mondiale
della Vista, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. In diverse città
italiane, ad esempio, è possibile effettuare controlli oculistici gratuiti. L’edizione
odierna è dedicata alla disabilità visiva femminile che interessa oltre 175 milioni
di donne. Benedetta Capelli ha intervistato Giusy Laganà, responsabile
comunicazione e raccolta fondi di Cbm Italia, Missioni Cristiane per i Ciechi nel
Mondo:
R. – Sono
circa 37 milioni le persone cieche nel mondo e a queste se ne devono aggiungere altre
8 milioni che sono cieche a causa di problemi refrattivi. Si tratta di quelle persone
che, da piccoli e da grandi, non hanno ricevuto un paio di occhiali e quindi non hanno
potuto correggere quelle patologie che li hanno portati poco a poco alla cecità. Sono
164 milioni le persone che hanno problemi visivi. Ogni cinque secondi una persona
diventa cieca, ogni minuto tocca ad un bambino. D. – Cosa si
può fare per contribuire a ridurre la cecità, in particolare cosa possono fare le
donne? R. – Nei Paesi sviluppati bisogna soprattutto fare prevenzione
all’interno della propria famiglia, all’interno del proprio nucleo di amici. Pensiamo
ad una madre che può portare i propri figli prima che inizi la scuola a fare delle
visite oculistiche, per capire e prevenire eventuali patologie. Nei Paesi in via
di sviluppo aiutare – e il Cbm questo lo fa da 100 anni – le donne ad essere sensibilizzate,
ad informarle, a far capire loro che è veramente importante. Da oggi fino al 25 ottobre
si può aiutare il Cbm con un sms, al 48582 e con un euro si dona una dose di vitamina
A. Una dose di vitamina A salva un bambino dalla vitaminosi A e dal diventare cieco.
Quindi, gli si ridà la vista e la vita. D. – Quale messaggio
si può lanciare in occasione di questa Giornata? R. – Che la
cecità è prevenibile e curabile, che tanto si può fare aiutando le persone che hanno
questi problemi visivi nei Paesi in via di sviluppo, aiutarli perché la cooperazione
e lo sviluppo va fatta in questi Paesi e il Cbm lo fa. Aiutare il Cbm, aiutare l’Organizzazione
Mondiale della Sanità a combattere la cecità vuol dire che prevenire e curare può
aiutare queste persone e le loro comunità a ritrovare la dignità e la reintegrazione
all’interno del contesto sociale a cui appartengono.