2009-10-07 11:54:17

Intervento di Mons. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, Arcivescovo Metropolita di Addis Abeba (ETIOPIA)


S. E. R. Mons. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, C.M., Arcivescovo Metropolita di Addis Abeba, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio della Chiesa Etiopica (ETIOPIA)



Spero che questo sinodo per l’Africa studi le cause che sono alla base del traffico di esseri umani, delle persone sfollate, dei lavoratori domestici sfruttati (specialmente le donne in Medio Oriente), dei rifugiati e dei migranti, specialmente degli africani che giungono sui barconi e dei richiedenti asilo, e che sortisca posizioni e proposte concrete per mostrare al mondo che la vita degli africani è sacra e non priva di valore, come invece sembra essere presentata e vista da molti media.

Come è noto, l’Unione Africana (UA) ha sede ad Addis Abeba, dove è stata fondata. L’UA è il forum della leadership politica in Africa. È utile sapere che quasi il 50% dei membri dell’UA appartengono alla Chiesa cattolica. Finora, il Nunzio Apostolico in Etiopia è stato invitato a partecipare come osservatore alle assemblee generali dell’UA quando si svolgono ad Addis Abeba. È mio auspicio che la Santa Sede nomini un rappresentante permanente presso l’UA, che partecipi a tutti gli incontri ogniqualvolta si svolgano e che possa mantenere un contatto personale con i membri cattolici di questa importante istituzione.

Questo rappresentante speciale dovrebbe preferibilmente possedere le stesse credenziali diplomatiche di un Nunzio Apostolico. Verrebbe nominato per dedicarsi a tempo pieno alla sua missione e per essere sempre disponibile, così da poter partecipare agli incontri e incontrare le persone che hanno una influenza determinante nel processo decisionale.

Sempre presso l’UA, è necessario anche un rappresentante del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM), perlomeno a livello di osservatore, affinché la Chiesa cattolica in Africa abbia voce presso l’UA e sia di incoraggiamento per i fedeli laici cattolici che vi lavorano.

Da parte nostra, come Chiesa locale in Etiopia, ci impegniamo a fare del nostro meglio per accogliere un tale rappresentante speciale della Santa Sede o del SECAM e, se desidera risiedere ad Addis Abeba, per facilitarne il lavoro e collaborare con la sua missione. Sono certo che l’Unione Africana sarebbe disponibile ad accettare questi rappresentanti e che i membri laici cattolici di questo organismo si sentirebbero particolarmente sostenuti dalla Chiesa cattolica nella loro missione.








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